Lo scorso 26 febbraio il consigliere federale Ignazio Cassis aveva aperto il segmento di alto livello della 55a sessione del Consiglio dei diritti umani dell’ONU dando il benvenuto a Ginevra a circa 130 rappresentanti di vari Paesi. Il capo del DFAE aveva ribadito che la tutela dei diritti umani è assolutamente cruciale per contrastare le numerose crisi in corso, in particolare in Ucraina e in Medio Oriente. Le crisi in atto in queste regioni sono poi state discusse a lungo durante gli ultimi giorni della sessione.
Nelle sue dichiarazioni, la Svizzera ha confermato la sua posizione sull’attuale conflitto in Medio Oriente. Ha invocato un cessate il fuoco umanitario e il rilascio immediato e incondizionato degli ostaggi detenuti a Gaza ed esortato tutte le parti coinvolte a rispettare il diritto internazionale, in particolare il diritto internazionale umanitario, e i diritti umani. La Svizzera ha ribadito questi appelli soprattutto durante il dialogo con l’Alto Commissario per i diritti umani in merito al Territorio palestinese occupato.
Per quanto riguarda la situazione in Ucraina, la Svizzera ha espresso ancora una volta la sua preoccupazione per le persistenti violazioni del diritto internazionale umanitario e dei diritti umani nelle regioni occupate dalla Russia, sottolineando la necessità di un approccio globale alla questione della responsabilità per affrontare le conseguenze sociali e politiche dell’occupazione. La Svizzera ha inoltre co-sponsorizzato una risoluzione volta a prorogare di un anno il mandato della Commissione d’inchiesta sull’Ucraina.
La Svizzera ha promosso una dichiarazione congiunta sulle Filippine
La Svizzera ha anche presentato una dichiarazione congiunta con i Paesi donatori (Australia, Germania, Irlanda, Paesi Bassi, Norvegia, Regno Unito e Stati Uniti) del programma delle Nazioni Unite per i diritti umani nelle Filippine, in cui ha espresso il proprio sostegno a favore di un coinvolgimento attivo della società civile nella promozione e nella tutela dei diritti umani.
La Svizzera ha preso posizione sui diritti umani in Siria, Iran, RDC e Venezuela
La Svizzera ha partecipato al dialogo con la Commissione d’inchiesta sulla situazione dei diritti umani in Siria. Si è detta particolarmente preoccupata per il persistere delle ostilità su più fronti e per il peggioramento della situazione umanitaria, in un momento in cui i fondi disponibili stanno diminuendo, e ha sostenuto il rinnovo del mandato della Commissione d’inchiesta incaricata di indagare su tutti gli abusi e le violazioni dei diritti umani verificatisi dall’inizio del conflitto.
Inoltre, si è associata a una dichiarazione congiunta sull’Iran, sostenuta da un totale di 54 Stati, il cui testo invita le autorità iraniane ad aprire lo spazio civico e a consentire a giornalisti, avvocati e difensori dei diritti umani di svolgere liberamente il proprio lavoro. La Svizzera ha anche partecipato al dialogo interattivo con la missione di accertamento dei fatti in Iran, denunciando il preoccupante aumento delle esecuzioni e le discriminazioni subite da donne e ragazze nel Paese e sostenendo il rinnovo del mandato del relatore speciale sull’Iran e di quello della missione in questione.
Infine, si è pronunciata sulla situazione dei diritti umani nella Repubblica democratica del Congo (RDC) e in Venezuela. Per quanto riguarda la RDC, la Svizzera ha chiesto alle autorità di ritirare la decisione di revocare la moratoria sulle esecuzioni, al fine di rispettare gli obblighi internazionali del Paese. In merito al Venezuela, ha invece deplorato la sospensione delle attività dell’Alto Commissariato per i diritti umani in questo Paese e ha incoraggiato le autorità a garantire un processo elettorale libero, equo e trasparente per le prossime elezioni presidenziali.
Impegno per rafforzare la tutela dei diritti umani e dell’ambiente
Da oltre un decennio la Svizzera si impegna in seno al Consiglio per trovare soluzioni multilaterali alle sfide ambientali globali che ostacolano la realizzazione dei diritti umani. In questa sessione, insieme a un gruppo interregionale composto da Costa Rica, Maldive, Marocco e Slovenia, ha presentato una risoluzione volta a rinnovare il mandato del relatore speciale sul diritto di vivere in un ambiente pulito, sano e sostenibile. Quest’ultimo promuove buone pratiche per indirizzare l’elaborazione di politiche ambientali attente ai diritti umani. La risoluzione in questione è stata adottata per consenso.
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