Rapporto sulla politica estera 2023 e bilancio della passata legislatura: la Svizzera rafforza il proprio impegno politico e umanitario

Comunicato stampa, 31.01.2024

Nella seduta del 31 gennaio 2024 il Consiglio federale ha approvato il rapporto sulla politica estera. Il documento passa in rassegna le attività di politica estera della Svizzera nel 2023 e stila un bilancio della Strategia di politica estera (SPE) 2020–2023.

Anche nel 2023, a causa delle crisi e delle guerre, nel mondo il livello di incertezza è stato molto alto. La perdurante aggressione militare della Russia contro l’Ucraina, la situazione sempre preoccupante nel Nagorno-Karabakh, gli attacchi terroristici di Hamas contro Israele il 7 ottobre e la successiva risposta militare israeliana in corso, la guerra civile in Sudan, le tensioni nella regione del Sahel, mostrano che la violenza è ormai alle porte dell’Europa.

Alle crisi di origine antropica si aggiungono numerose catastrofi naturali, come i terremoti che hanno colpito la Turchia, il Marocco e l’Afghanistan. Di fronte a queste situazioni drammatiche, la Svizzera ha rafforzato il suo impegno umanitario e ha ribadito la propria posizione a favore del rispetto del diritto internazionale e del diritto internazionale umanitario.

Impegno per la pace in Ucraina e in Medio Oriente

Nel quadro della cooperazione internazionale, per il periodo 2025–2028 il Consiglio federale intende stanziare 1,5 miliardi di franchi a sostegno dell’Ucraina e della regione circostante. Il 29 settembre 2023 ha inoltre deciso di mettere a disposizione, nei prossimi quattro anni, 100 milioni di franchi per le operazioni di sminamento umanitario. Oltre a occuparsi di questi aspetti, indispensabili per la ricostruzione del Paese, la Svizzera partecipa attivamente alle discussioni sulla formula di pace ucraina. Si è poi adoperata a favore della creazione di un tribunale speciale incaricato di perseguire il crimine di aggressione della Russia e contro la riesportazione di materiale bellico in Ucraina.

Per quanto riguarda il Medio Oriente, la Confederazione ha condannato con la massima fermezza l’attacco di Hamas del 7 ottobre e ha chiesto il rilascio di tutti gli ostaggi, il rispetto del diritto internazionale umanitario, la protezione della popolazione civile, l’accesso agli aiuti umanitari, la prevenzione di un’escalation regionale e la ricerca di una soluzione politica al conflitto. Il 22 novembre, infine, il Consiglio federale ha deciso di elaborare una legge specifica per mettere al bando Hamas.

Mandato negoziale con l’Unione europea

Nel 2023 le prospettive di stabilizzazione e sviluppo delle nostre relazioni con l’UE si sono rafforzate. Il 15 dicembre il Consiglio federale ha adottato la bozza di un nuovo mandato negoziale e ha avviato consultazioni formali con le commissioni della politica estera delle Camere federali e con i Cantoni. Le consultazioni sono attualmente in corso.

Durante l’anno in esame l’Esecutivo ha portato a termine i colloqui esplorativi con l’UE sull’approccio a pacchetto proposto nel febbraio del 2022. Per garantire il coordinamento generale del progetto ha creato una struttura organizzativa diretta dal capo del Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE) e ha dato incarico di organizzare incontri regolari con rappresentanti dei Cantoni e del mondo economico e con le parti sociali.

Presenza della Svizzera nel Consiglio di sicurezza dell’ONU

Dal 1° gennaio 2023 al 31 dicembre 2024 la Svizzera fa parte del Consiglio di sicurezza dell’ONU. In qualità di membro eletto partecipa a tutte le riunioni del Consiglio e dei suoi organi ausiliari, con diritto di parola e di voto in tutti i dossier trattati. In seno al Consiglio la Svizzera ha affinato il proprio ruolo di mediatrice, definendo al contempo le proprie priorità, ossia la costruzione di una pace sostenibile, la protezione della popolazione civile, la difesa della sicurezza climatica e il rafforzamento dell’efficienza di questo organismo.

Il bilancio del primo anno nel Consiglio di sicurezza è dunque positivo: la Svizzera era ben preparata, la sua partecipazione è stata apprezzata dagli altri membri, ed è stata percepita come un’interlocutrice seria e credibile. Tuttavia, a causa della polarizzazione sul piano geopolitico, il Consiglio di sicurezza non è attualmente in grado di adempiere il proprio mandato in modo ottimale essendo bloccato dal sistema di veto, come hanno dimostrato i casi dell’Ucraina e del Medio Oriente.

Bilancio della SPE 2020–2023

Nonostante l’alto livello di incertezza che caratterizza il mondo attuale, gli obiettivi della SPE 2020–2023 sono stati quasi tutti raggiunti. Nel corso della legislatura 2019–2023, il Consiglio federale ha formulato per la prima volta obiettivi concreti per tutto il periodo legislativo e ha utilizzato la SPE come base per definire strategie geografiche e tematiche subordinate, corredate anch’esse da obiettivi e misure mirate, secondo uno schema «a cascata». L’elaborazione delle strategie, così come la loro attuazione e il successivo monitoraggio, sono il risultato di un processo interdipartimentale che ha dato alla politica estera svizzera un orientamento più preciso rafforzandone la coerenza. Lo stesso metodo sarà seguito nella prossima legislatura.


Rapporto sulla politica estera 2023 (versione provvisoria) (FR)(pdf, 1304kb)


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