![Un uomo ispeziona le verdure essiccate in un impianto di essiccazione.](/content/dam/deza/Images/1-Aktuell/News/2019/20191011-world-food-day-2019-solar_IFOAM.jpg/jcr:content/renditions/cq5dam.thumbnail.588.368.png)
La vita in montagna è una sfida, come dimostra anche la situazione in cui vivevano i nostri antenati in Svizzera. Vista la mancanza di infrastrutture, le famiglie potevano contare solo sulle proprie forze per procurarsi il cibo e sfamare tutti i loro componenti, e non venivano risparmiate nemmeno dalle carestie.
Ancora oggi, questa situazione è una realtà in molte parti del mondo. Quasi la metà della popolazione dei Paesi a basso reddito che vive nelle zone rurali di montagna deve affrontare problemi come fame, povertà e alimentazione sbagliata. Soprattutto in montagna, per le contadine e i contadini le fasi di coltivazione sono brevi e le distanze dai mercati lunghe. Ciò rende difficile sia produrre in modo autonomo una quantità di derrate alimentari sufficiente per la propria sussistenza sia generare un reddito dalla vendita dei prodotti.
Per far fronte a questa realtà, la DSC e i suoi partner hanno sviluppato il progetto «Nutrition in Mountain Agro-Ecosystems (NMA)», attivo in otto Paesi (Etiopia, Ecuador, India, Nepal, Pakistan, Perù, Tagikistan e Kirghizistan). L’obiettivo è promuovere le forme di coltivazione sostenibili e la produzione di un’ampia gamma di generi alimentari come frutta, verdura, fagioli, latte, uova, ecc. per consentire un’alimentazione sana.