10 anni del conflitto in Siria: la Svizzera s’impegna per la pace e stanzia 60 milioni
La Svizzera continua a impegnarsi attivamente nella ricerca di una soluzione politica al conflitto in Siria, che in dieci anni ha precipitato il Paese in una crisi umanitaria senza precedenti. Il 30 marzo si è tenuta a Bruxelles la quinta conferenza sulla Siria, copresieduta dall’UE e dall’ONU. La Svizzera, rappresentata dal segretario di Stato supplente Johannes Matyassy, ha stanziato 60 milioni di franchi a favore della popolazione in Siria e nella regione.
La Siria vive una crisi umanitaria senza precedenti: alla periferia di Damasco, tre siriani frugano tra le macerie di un edificio colpito durante un attacco aereo. © Keystone
La crisi in Siria ha innumerevoli volti. Mariam, con la figlia di sei anni e due figli ancora più piccoli, vaga di campo in campo. La sua casa è stata distrutta, è al nono mese di gravidanza, suo marito è morto da poco; e vive di stenti. Come tanti altri. Come 10,5 milioni di compagne e compagni di sventura, che a causa del conflitto permanente soffrono addirittura la fame e la sete, e sono costretti a spendere fino al 25 per cento del loro reddito soltanto per pagare quel poco di acqua necessaria alla loro sopravvivenza. La penuria idrica e alimentare viene utilizzata strategicamente come arma da guerra. Ospedali e operatori umanitari sono oggetto di attacchi deliberati, che violano gravemente il diritto internazionale umanitario.
Il conflitto in Siria dura ormai da un decennio e ha causato una delle crisi umanitarie più gravi del nostro tempo. La popolazione civile soffre costantemente a causa delle pesanti conseguenze degli scontri armati. La pandemia di COVID-19 e la crisi economica hanno ulteriormente peggiorato la situazione. Le condizioni umanitarie sono precarie, il bisogno si fa sempre più pressante. All’inizio del 2020 le persone che in Siria dipendevano dall’aiuto umanitario erano 11 milioni; oggi sono 13,4 milioni. La comunità umanitaria è posta di fronte a una sfida immane.
Una conferenza ad alto livello in aiuto della popolazione in Siria e nella regione
In risposta a questa precaria situazione umanitaria, il 30 marzo l’ONU e l’UE hanno organizzato per la quinta volta consecutiva una conferenza ad alto livello nell’ambito della quale la comunità internazionale ha rinnovato il suo sostegno politico e finanziario a favore di misure intese a favorire la ricerca di una soluzione politica al conflitto e a venire in aiuto del popolo siriano.
Dal 2011 la Confederazione ha offerto ogni anno il proprio sostegno al popolo siriano, in patria e nei Paesi limitrofi, stanziando in totale 522 milioni di franchi: si tratta del più consistente impegno umanitario della storia della Svizzera. Per il 2021 il nostro Paese ha messo a disposizione 60 milioni di franchi. La Svizzera fornisce aiuti d’emergenza, assicura l’accesso a servizi essenziali, si adopera per proteggere la popolazione civile e le sue basi esistenziali. «L’aiuto umanitario deve continuare e al tempo stesso essere adeguato alle circostanze attuali», dichiara Johannes Matyassy, segretario di Stato supplente, durante la quinta conferenza dell’EU e dell’ONU sulla Siria tenutasi in forma virtuale. Ecco perché, considerato il perdurare del conflitto e il mutare dei bisogni, la Svizzera promuove anche la resilienza della popolazione.
Nel suo ruolo di Stato ospite del processo di pace dell’ONU, si impegna inoltre per una soluzione politica e cerca di garantire il rispetto del diritto internazionale umanitario e la lotta all’impunità. «Non risparmieremo alcuno sforzo per aiutare la Siria a trovare la strada verso la pace», sottolinea Johannes Matyassy.
L’impegno della Svizzera a livello regionale
Il conflitto in Siria e le sue devastanti conseguenze pesano anche sui Paesi limitrofi, nei quali si sono rifugiati oltre 5,5 milioni di profughi siriani. Per questa ragione l’impegno svizzero si estende anche al di là delle frontiere della Siria.
Oltre alla Siria, il programma di cooperazione 2019–2022 include la Giordania, il Libano, l’Iraq e la Turchia. Gli obiettivi consistono nel proteggere le persone colpite dal conflitto e nel mitigare le loro sofferenze, nel promuovere una convivenza pacifica e nel creare prospettive per queste persone e si collocano negli ambiti prioritari «protezione e migrazione», «istruzione e reddito», «prevenzione dei conflitti e promozione della pace» e «acqua e igiene». Il programma coniuga la cooperazione internazionale con la politica migratoria e sottolinea l’impegno attivo della Svizzera nell’ambito della prevenzione dei conflitti e della promozione della pace.
Tre obiettivi strategici della Strategia MENA per la Siria
Per la Svizzera, la promozione della pace, i diritti umani, la protezione delle persone in difficoltà e la stabilità in Siria e in tutta la regione rappresentano un interesse diretto. Nel quadro della Strategia MENA (Middle East and North Africa) del Consiglio federale questo impegno costituisce un tema prioritario. La Strategia, adottata il 14 ottobre 2020, definisce le priorità della politica estera della Svizzera per tutta la regione.
Tre sono gli obiettivi strategici:
1. pace, sicurezza e diritti umani
2. aiuto umanitario
3. sostenibilità
Pace, sicurezza e diritti umani
Per ridurre le tensioni e promuovere la stabilità e la pace, la Svizzera si affida agli strumenti della sua politica di pace. Tra questi figurano i buoni uffici, come la mediazione tra le parti in conflitto. In quanto Stato ospite del processo di pace dell’ONU a Ginevra, la Svizzera porta avanti il proprio impegno in favore di una soluzione politica del conflitto con il coinvolgimento della società civile.
Aiuto umanitario e sostenibilità
La Svizzera sostiene con aiuti d’emergenza le persone in difficoltà, promuove la protezione della popolazione civile, la salvaguardia delle sue fonti di sostentamento e l’accesso ai servizi di base. Incentiva inoltre la resilienza della popolazione al fine di limitare la sua dipendenza dagli aiuti umanitari.