Comunicato stampa, 07.06.2019

Nella sua seduta del 7 giugno 2019, il Consiglio federale ha deciso di stanziare un contributo di 125 milioni di franchi in favore dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (ACNUR) per il periodo 2019-2022. Nel 2018, a causa delle numerose crisi in tutto il mondo, oltre 21 milioni di persone hanno ricevuto assistenza o protezione dall’ACNUR, principalmente nella loro regione d’origine. Il partenariato con l’ACNUR rappresenta per la Svizzera un pilastro fondamentale dell’attuazione del legame strategico tra la cooperazione internazionale e i suoi interessi migratori. La Svizzera fa inoltre valere le sue priorità in seno al comitato esecutivo dell’ACNUR, la più grande agenzia dell’ONU con sede a Ginevra.

Attualmente nel mondo 68,5 milioni di persone sono sfollati forzati, e di questi 25,4 milioni sono rifugiati. L’85 per cento dei rifugiati è accolto in Paesi in via di sviluppo vicini ai loro Paesi d’origine. Nonostante gli sforzi spesso notevoli di questi Stati, i rifugiati si ritrovano spesso senza mezzi di sussistenza e sono privati dell’accesso ai servizi di base. Soltanto il 61 per cento dei bambini rifugiati nel mondo può frequentare la scuola primaria, contro il 92 degli altri bambini.

Il sostegno della Svizzera all’ACNUR corrisponde alle priorità dell’Aiuto umanitario della Confederazione. L’organizzazione è il suo terzo partner in ordine di importanza. Nel 2018 la Svizzera ha sostenuto l’impegno dell’ACNUR con un importo di 43 milioni di franchi. Inoltre, 31 membri del Corpo svizzero di aiuto umanitario sono in missione per l’ACNUR nei settori della protezione delle popolazioni e dell’acqua. La Svizzera fa parte del comitato esecutivo dell’ACNUR e dal 1958 vi fa valere i propri interessi, come il buongoverno dell’organizzazione e l’assegnazione efficace dei mezzi stanziati per una migliore protezione dei rifugiati.

Un sostegno pluriennale permette all’ACNUR di rispondere rapidamente a un massiccio sfollamento di persone, come quello che nel 2017 ha interessato il Bangladesh, che nel giro di pochi mesi ha accolto più di 900 000 rifugiati in fuga dal Myanmar. Nel quadro del conflitto in Siria, l’ACNUR svolge un ruolo chiave come agenzia operativa principale per la protezione di queste persone e come difensore dei principi umanitari presso i governi interessati. Dal 2011 la Svizzera ha sbloccato oltre 42 milioni di franchi per sostenere le attività dell’ACNUR a favore di 5,6 milioni di rifugiati nei Paesi limitrofi e di 6,2 milioni di sfollati interni in Siria. Finora ha stanziato in totale 397 milioni di franchi per l’aiuto alle vittime della crisi siriana. In termini finanziari, questo impegno è il più cospicuo nella storia della Svizzera.

Si ricorda che l’’ACNUR, la più grande organizzazione delle Nazioni Unite con sede a Ginevra, è l’organizzazione internazionale abilitata dall’Assemblea generale dell’ONU a proteggere e sostenere i rifugiati, ad esclusione di quelli palestinesi, e gli apolidi. L’ACNUR e i suoi partner ottengono risultati importanti: l’anno scorso oltre 21 milioni di persone hanno ricevuto assistenza o protezione, 8,5 milioni di persone hanno potuto accedere all’acqua potabile e 1,8 milioni di bambini rifugiati hanno potuto frequentare la scuola primaria. L’ACNUR ha inoltre coordinato l’istituzione del Patto globale sui rifugiati che è stato adottato dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite nel 2018 ed è stato approvato dal Consiglio federale alla fine del 2018.


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