Comunicato stampa, 29.09.2017

Si chiude oggi a Ginevra la 36a sessione del Consiglio dei diritti umani delle Nazioni Unite, nel cui quadro la Svizzera ha presentato con successo due risoluzioni: la prima sulla pena capitale, la seconda per il rinnovo del mandato del relatore speciale nel campo della giustizia transizionale.

Il Consiglio dei diritti umani ha adottato oggi una risoluzione sulla pena di morte presentata dalla Svizzera e da un gruppo di Stati associati (Belgio, Benin, Costa Rica, Francia, Messico, Moldova e Mongolia) con 27 voti a favore, 13 contrari e 7 astenuti. Con questa risoluzione vengono messe in risalto le conseguenze negative della pena capitale sulla tutela dei diritti umani, invitando gli Stati che non l’hanno ancora abolita ad assicurarsi che tale pena non venga applicata in maniera arbitraria o discriminatoria.

La Svizzera si è anche impegnata per il secondo rinnovo, andato a buon fine, del mandato del relatore speciale nel campo della giustizia transizionale (relatore speciale per la promozione della verità, della giustizia, della riparazione e delle garanzie di non ripetizione) per un periodo di tre anni. Questa risoluzione è stata adottata oggi per consenso con il sostegno di 71 Stati. Il relatore speciale è tra l’altro incaricato di formulare, sulla base di varie esperienze nazionali, alcune raccomandazioni per ovviare alle violazioni gravi dei diritti umani e del diritto internazionale umanitario. Il suo mandato è stato adattato per rispondere più efficacemente ai bisogni di prevenzione, in particolare quando sussiste il rischio che una situazione si ripresenti. Hanno lavorato a questa iniziativa anche l’Argentina e il Marocco, i due Stati partner con i quali la Svizzera aveva proposto la creazione del mandato di relatore speciale nel 2011.

In occasione della sessione di settembre del Consiglio dei diritti umani, durato tre settimane, la Svizzera si è nuovamente schierata per il rispetto dei diritti umani e del diritto internazionale umanitario, seguendo attentamente i dibattiti incentrati in particolare sulla situazione in Burundi, Siria e Yemen. Si è inoltre impegnata per la protezione delle missioni mediche nelle zone di conflitto e ha sostenuto la creazione di un gruppo di esperti eminenti, internazionali e regionali, incaricati di documentare le violazioni dei diritti umani e del diritto internazionale umanitario. La Svizzera ha infine ricordato l’importanza della società civile nella promozione, nella protezione e nel rispetto dei diritti umani, e ha sottolineato quanto sia importante il ruolo del Consiglio dei diritti umani nell’anticiparne e prevenirne le violazioni.


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