L'iniziativa per l'autodeterminazione indebolisce la Svizzera: il Consiglio federale raccomanda il No

Comunicato stampa, 25.09.2018

La Svizzera deve poter contare sulla stabilità e sull'affidabilità. Per questo motivo il Consiglio federale e il Parlamento raccomandano di respingere l'iniziativa per l'autodeterminazione nella votazione del 25 novembre 2018. L'iniziativa mette in gioco i trattati internazionali, implica una notevole incertezza del diritto e pregiudica pertanto la piazza economica svizzera. Inoltre, indebolisce la tutela dei diritti dell'uomo e non comporta una maggiore autodeterminazione, poiché già oggi la Svizzera decide autonomamente quali trattati concludere e quali denunciare. Per il Consiglio federale è chiaro: l'iniziativa non protegge il modello di successo della Svizzera, anzi lo pregiudica.

Il 25 settembre a Berna, la consigliera federale Simonetta Sommaruga, capo del Dipartimento federale di giustizia e polizia (DFGP), e il consigliere federale Johann Schneider Ammann, capo del Dipartimento federale dell'economia, della formazione e della ricerca (DEFR), hanno informato in merito all'iniziativa popolare "Il diritto svizzero anziché giudici stranieri (Iniziativa per l'autodeterminazione)", in votazione il 25 novembre 2018. Hanno illustrato i motivi per cui il Consiglio federale e il Parlamento raccomandano di respingere l'iniziativa.

L'iniziativa vuole introdurre un meccanismo rigido

La Svizzera è apprezzata per la sua affidabilità e i suoi buoni uffici. In quanto Paese al centro dell'Europa, con un'economia fortemente basata sull'esportazione, ha bisogno di regolare le relazioni con i suoi vicini e con il resto del mondo. I trattati internazionali (diritto internazionale) le permettono di tutelare i propri interessi. Tali trattati toccano gli ambiti più disparati e disciplinano ad esempio il commercio di merci, la sicurezza sociale o la cooperazione di polizia. Inoltre proteggono anche i diritti dei singoli cittadini, in particolare i diritti umani.

L'iniziativa per l'autodeterminazione vuole modificare la prassi della Svizzera in caso di "contraddizione" tra un trattato internazionale e il diritto costituzionale. Se viene ad esempio accettata un'iniziativa popolare che in determinati punti è incompatibile con un trattato internazionale, la Svizzera dovrebbe in futuro procedere sempre allo stesso modo per imporre il primato della Costituzione. Non potrebbe più applicare il trattato in questione, a meno che la sua conclusione non sia stata sottoposta a referendum. Ciò potrebbe essere inteso come invito a non rispettare gli impegni internazionali ed è contrario alla tradizione della Svizzera, nuoce alla sua reputazione e ne indebolisce la posizione. Inoltre, secondo il testo dell'iniziativa, la Svizzera dovrebbe adeguare il trattato in questione, ossia rinegoziarlo con i Paesi coinvolti. Se l'adeguamento non riesce, la Svizzera dovrebbe "se necessario" denunciarlo. Si tratta di un meccanismo rigido che l'iniziativa intende fissare nella Costituzione.

L'iniziativa mette a repentaglio la stabilità e l'affidabilità

L'iniziativa mette in gioco i trattati internazionali e pregiudica pertanto la stabilità e l'affidabilità. In caso di accettazione dell'iniziativa, la Svizzera dovrebbe infatti rinegoziare e adeguare un numero non prevedibile di trattati. Dovendo rinegoziarli sotto pressione, il nostro Paese si troverebbe in una posizione indebolita e gli altri Stati potrebbero approfittare di questa situazione. Non si può quindi parlare di una maggiore autodeterminazione.

Già oggi la Svizzera decide autonomamente quali trattati concludere e quali no. Il Consiglio federale, il Parlamento e, in caso di referendum, i cittadini approvano soltanto i trattati complessivamente vantaggiosi per la Svizzera. I cittadini hanno ampi diritti di partecipazione, poiché, come nel caso del diritto nazionale, spetta a loro l'ultima parola. E se un trattato internazionale non corrisponde più ai suoi interessi, la Svizzera può denunciarlo. Oggi, in caso di conflitto con un trattato internazionale, la Svizzera dispone di diverse opzioni per risolverlo e soprattutto non denuncia in modo sconsiderato trattati importanti. L'iniziativa limita questo margine di manovra.

Rischi per i cittadini e l'economia

Il meccanismo rigido che l'iniziativa intende introdurre nella Costituzione comporta grosse incertezze del diritto e ostacola la pianificazione per l'economia, con i rischi che ne conseguono per la piazza economica svizzera e per i posti di lavoro. Per effettuare investimenti e creare posti di lavoro, le imprese devono infatti poter contare su condizioni istituzionali stabili. L'iniziativa mette invece in gioco trattati importanti per l'economia, per i diritti dell'uomo e per tutti gli altri ambiti.

Infine, alcune nozioni fondamentali del testo dell'iniziativa non sono precise. Non è ad esempio chiaro quando sussiste una "contraddizione" con la Costituzione e chi lo decide, oppure cosa significhi esattamente che un trattato che non può essere adeguato deve "se necessario" essere denunciato. Queste imprecisioni dovrebbero essere chiarite mediante discussioni politiche ed eventualmente da un tribunale.

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