Dal 2007, la Svizzera partecipa a numerosi progetti per la riduzione delle disparità economiche e sociali nell’UE allargata con un contributo all’allargamento pari a 1,302 mia. CHF in totale. Gli Stati partner del contributo all’allargamento sono i tredici Stati che hanno aderito all’UE dal 2004. A fine 2017 i progetti attuati nel quadro del contributo all’allargamento nei Paesi entrati a far parte dell’UE nel 2004 (UE-10) sono stati conclusi con successo dopo la fase di pianificazione e di attuazione durata dieci anni. In Romania e Bulgaria la fase di attuazione durerà ancora fino a dicembre 2019, in Croazia fino alla fine del 2024.
L’impegno della Svizzera non rientra nella politica di coesione dell’UE. L’attuazione avviene in modo bilaterale tra la Svizzera e il relativo Paese partner. L’impegno della Confederazione è un investimento per potenziare la sicurezza, la stabilità e la prosperità in Europa ed è pertanto in linea con gli interessi della Svizzera. Inoltre con le due priorità tematiche, ovvero formazione professionale e migrazione, la Svizzera può contribuire a trovare una soluzione alle sfide che l’Europa si trova oggi ad affrontare e che riguardano direttamente anche il nostro Paese.
Dopo una consultazione dalla quale sono scaturiti pareri ampiamente positivi, il Consiglio federale ha adottato al 28 settembre 2018 il messaggio concernente il secondo contributo svizzero ad alcuni Stati membri dell’Unione europea. Il Collegio intende sfruttare le competenze della Svizzera per ridurre le disparità economiche e sociali e per migliorare la gestione dei flussi migratori in determinati Stati membri dell’UE. Il Consiglio federale aveva già definito le due priorità tematiche – formazione professionale e migrazione – nel 2017. Analogamente al contributo all’allargamento, il secondo contributo svizzero sarà secondo il Consiglio federale pari a 1,302 mia. CHF su dieci anni. 1,102 mia. CHF sono destinati ai Paesi dell’UE-13 per sostenerne il rafforzamento e la coesione, con particolare attenzione al nuovo ambito prioritario della formazione professionale. 200 mio. CHF saranno invece stanziati per provvedimenti nel settore della migrazione anche in Paesi UE che non fanno parte dell’UE 13 ma sono particolarmente interessati dai flussi migratori. La decisione definitiva sui relativi crediti quadro spetta ora al Parlamento.
La base giuridica su cui si fonda il contributo svizzero nell’ambito della coesione è la legge federale sulla cooperazione con gli Stati dell’Europa dell’Est rinnovata dal Parlamento il 30 settembre 2016 e in vigore dal 1° giugno 2017. Le basi giuridiche per l’ambito prioritario della migrazione del secondo contributo della Svizzera sono costituite dalla legge sull’asilo.