I ministri di giustizia e dell’interno adottano a Lussemburgo una strategia comune per affrontare gli afflussi eccezionali di profughi

Berna, Comunicato stampa, 09.10.2014

Giovedì, la consigliera federale Simonetta Sommaruga, capo del Dipartimento federale di giustizia e polizia (DFGP), ha partecipato a Lussemburgo al comitato misto Schengen del Consiglio dei ministri di giustizia e degli affari interni (Consiglio GAI). Al centro dell’incontro, le strategie per affrontare meglio i flussi migratori nello spazio Schengen e le misure nei confronti delle persone che hanno combattuto all’estero e rientrano in Europa (cosiddetti foreign fighters). Inoltre, la Svizzera e la Francia hanno firmato una convenzione per agevolare la cooperazione Dublino.

Il massiccio aumento della migrazione di richiedenti l'asilo nello spazio Schengen, in particolare dall'Africa settentrionale attraverso il Mediterraneo, costituisce una grande sfida per l'Europa intera. Sulla base di un documento interlocutorio della presidenza italiana dell'UE, l'assemblea plenaria dei ministri ha dibattuto varie misure per affrontare meglio la situazione drammatica dei rifugiati nella regione del Mediterraneo. Ha inoltre discusso il rafforzamento dell'agenzia di protezione delle frontiere Frontex, in considerazione della fine dell'operazione italiana di individuazione e salvataggio "Mare nostrum", e un maggiore coinvolgimento di Stati terzi soprattutto dell'Africa settentrionale. La Consigliera federale ha sottolineato il dovere di tutti gli Stati Dublino di attenersi alle regole convenute, anche in situazioni di pressione estrema. Ha riaffermato la necessità di registrare tutti i migranti alle frontiere esterne dello spazio Schengen. La registrazione senza lacune è il presupposto più importante per il funzionamento e la credibilità del sistema Dublino e non in ultimo una questione di sicurezza interna per gli Stati di Schengen.

Nel contempo la consigliera federale Sommaruga ha confermato la volontà della Svizzera di aiutare a breve termine gli Stati colpiti particolarmente dai flussi migratori, purché siano rispettate le regole Dublino. Ha aggiunto che, nell'ambito di una cooperazione più intensa all'interno dello spazio Schengen, la Svizzera è pronta a discutere le possibilità di sgravare a lungo termine questi Stati e di sviluppare in modo sostanziale il sistema Dublino. Alla fine il Consiglio ha convenuto una strategia comune per affrontare le situazioni eccezionali in materia di profughi, come ad esempio quella italiana, al fine di garantire il funzionamento del sistema Dublino e di sgravare gli Stati particolarmente coinvolti.

Misure contro i combattenti all'estero
I ministri hanno discusso anche le misure da adottare nei confronti delle persone che hanno combattuto all'estero e rientrano in Europa. La consigliera federale Sommaruga ha osservato che il problema riguarda anche la Svizzera. Il Consiglio GAI ha trattato le possibilità di registrare nel quadro delle regole vigenti le persone che rientrano nello spazio Schengen da regioni di conflitto, soffermandosi soprattutto sull'eventualità di effettuare controlli più sistematici alle frontiere esterne di Schengen mediante la consultazione delle banche dati nazionali ed europee. La consigliera federale Sommaruga ha sottolineato che gli strumenti di Schengen devono essere applicati in modo efficiente e se necessario migliorati, garantendo tuttavia il giusto equilibrio tra il diritto delle persone alla libertà di movimento e alla sfera privata, da una parte, e le esigenze della sicurezza, dall'altra.

Migliore cooperazione con la Francia nell'ambito di Dublino
La Svizzera e la Francia hanno firmato una convenzione per migliorare la cooperazione nell'ambito di Dublino. Entrambi i Paesi si impegnano a trattare i casi Dublino in tempi più brevi. La convenzione disciplina inoltre le modalità del trasferimento via terra dei richiedenti l'asilo. Laddove opportuno per motivi geografici, le persone potranno essere trasferite via terra. La Svizzera ha già stipulato convenzioni simili con l'Austria, la Germania e il Principato del Liechtenstein. Per la Svizzera la convenzione non comporta oneri maggiori in termini finanziari e di personale.


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