La Svizzera partecipa al Fondo sicurezza interna inserito nell’acquis di Schengen

Comunicato stampa, 04.11.2015

Secondo il Consiglio federale la Svizzera dovrebbe partecipare al Fondo sicurezza interna europeo. Il nuovo strumento contribuisce ad assicurare controlli efficaci e quindi a migliorare la protezione delle frontiere esterne. I crediti serviranno a sostenere i Paesi che, per la loro posizione geografica, sono chiamati ad assumersi costi elevati per garantire la protezione delle frontiere esterne e la prima accoglienza dei rifugiati. In data odierna il Consiglio federale ha avviato la consultazione per il recepimento del rispettivo regolamento.

Si tratta di un fondo a sostegno degli Stati Schengen che, a causa dell’estensione delle loro frontiere terrestri e marittime o della presenza di importanti aeroporti internazionali sul loro territorio, sono costretti ad assumersi costi elevati a lungo termine per garantire la protezione delle frontiere esterne. Il Fondo intende migliorare l’efficacia dei controlli e quindi anche la protezione delle frontiere esterne riducendo così le entrate illegali. Inoltre ha anche l’obiettivo di creare fondi per facilitare e velocizzare l’entrata nello spazio Schengen delle persone autorizzate. Tale Fondo subentra a quello per le frontiere esterne, al quale la Svizzera partecipa dal 2009, scaduto alla fine del 2013.

Per il periodo 2014–2020 sono stati globalmente versati sul Fondo 2,760 miliardi di euro (contributi degli Stati membri EU) e si aggiungono i contributi degli Stati associati. Il contributo della Svizzera sarà in media di 20 milioni di franchi all’anno.

Approvazione da parte dell’Assemblea federale

Il nostro Paese riceverà dal Fondo sicurezza interna, per l’intera durata di quest’ultimo, contributi pari a circa 19 milioni di euro per l’attuazione di provvedimenti interni. Sono previsti per esempio investimenti in infrastrutture presso i valichi di confine; inoltre si dovrà tener conto anche di progetti IT nell’ambito del Sistema d’informazione Schengen SIS II. Il SIS II è uno dei più importanti strumenti in materia di cooperazione di polizia in Europa e rappresenta una fondamentale misure di compensazione per la soppressione dei controlli delle persone alle frontiere interne. L’adesione al Fondo non comporterà alcun onere aggiuntivo per i Cantoni.

Per regolare i diritti e gli obblighi derivanti dalla sua partecipazione al Fondo, la Svizzera, come anche gli altri Stati associati (Norvegia, Islanda e Liechtenstein), concluderà con l’UE un accordo aggiuntivo. È previsto che la Svizzera aderisca al Fondo a partire dal 2019. Il rispettivo Regolamento (UE) n. 515/2014 costituisce uno sviluppo dell’acquis di Schengen il cui recepimento richiede l’approvazione del Parlamento. La procedura di consultazione si concluderà il 15 febbraio 2016.


Informazioni supplementari:

I documenti relativi al presente comunicato stampa sono reperibili sul sito del DFGP


Indirizzo per domande:

Gaby Szöllösy, Segreteria di Stato della migrazione, T +41 58 465 98 80


Editore

Il Consiglio federale
Dipartimento federale di giustizia e polizia
Dipartimento federale degli affari esteri