La Confederazione disciplina l’attuazione dell’imposizione minima dell’OCSE in Svizzera

Comunicato stampa, 23.06.2022

Per attuare il progetto dell’OCSE e del G20 sull’imposizione dell’economia digitale il Consiglio federale propone l’introduzione di un’imposta integrativa. In virtù dei risultati emersi dalla consultazione, il 25 per cento delle entrate derivanti dall’imposta integrativa spetta alla Confederazione, che dovrà utilizzare tale quota per promuovere l’attrattiva della piazza economica svizzera. Il restante 75 per cento è destinato ai Cantoni e ai Comuni.

L’imposta integrativa si applica soltanto ai grandi gruppi di imprese che raggiungono una cifra d’affari annua globale di almeno 750 milioni di euro e il cui livello d’imposizione minima è inferiore al 15 per cento. Essendo un’imposta federale, l’imposta integrativa può contare sull’accettazione internazionale. L’attuazione a livello cantonale tiene conto del federalismo fiscale.

Il 25 per cento delle entrate derivanti dall’imposta integrativa spetta alla Confederazione. Questi mezzi supplementari sono destinati a coprire le maggiori uscite per la perequazione finanziaria nazionale e a promuovere l’attrattiva della piazza economica svizzera. Il progetto non inciderà quindi sul bilancio della Confederazione.

Il restante 75 per cento delle entrate è destinato ai Cantoni. I Cantoni effettivamente interessati dalla misura otterranno pertanto i mezzi necessari per preservare la propria competitività e potranno decidere in modo autonomo come utilizzarli, tenendo tuttavia adeguatamente conto dei Comuni.

Tempi ristretti

A fronte di tempi particolarmente ristretti, il Consiglio federale ha deciso di procedere a tappe. In una prima fase, una nuova norma costituzionale conferirà alla Confederazione la facoltà di attuare il progetto dell’OCSE e del G20. In seguito, il Consiglio federale disciplinerà l’imposizione minima attraverso un’ordinanza temporanea. Da ultimo, l’ordinanza temporanea sarà sostituita da una legge federale.


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