Dal mese di marzo del 2009 la Svizzera si impegna a rispettare lo standard internazionale nelle questioni fiscali. La firma della Convenzione dell'OCSE e del Consiglio d'Europa sottolinea la volontà della Svizzera di soddisfare questo standard. Essa ribadisce inoltre l'impegno della Svizzera nella lotta a livello mondiale contro la frode fiscale e la sottrazione d'imposta; in questo modo viene tutelata l'integrità e la reputazione della piazza finanziaria svizzera.
La Convenzione è stata sinora firmata da oltre 50 Paesi e in 30 Paesi è già in vigore. La Convenzione multilaterale offre un quadro giuridico in materia di cooperazione fiscale tra gli Stati. Il suo sistema modulare prevede numerose forme di cooperazione in ambito fiscale, tra cui lo scambio di informazioni su richiesta e lo scambio spontaneo di informazioni. Anche lo scambio automatico di informazioni è previsto nelle opzioni della Convenzione. Questo tipo di assistenza richiede espressamente un accordo supplementare tra gli Stati contraenti.
La Convenzione dovrà seguire la procedura ordinaria di approvazione ovvero consultazione delle cerchie interessate, messaggio del Consiglio federale al Parlamento, relativa approvazione di quest'ultimo e referendum facoltativo. Il Dipartimento federale delle finanze (DFF) è incaricato di presentare al Consiglio federale un progetto da porre in consultazione dopo la firma.
Revisione dell'Accordo sulla fiscalità del risparmio
Il Consiglio federale ha inoltre licenziato un progetto di mandato per negoziare la revisione dell'Accordo sulla fiscalità del risparmio concluso con l'Unione Europea (UE). La decisione dà seguito al mandato adottato il 14 maggio 2013 dal Consiglio dei ministri delle finanze e dell'economia dell'UE (ECOFIN) che autorizza la Commissione europea a negoziare adeguamenti degli Accordi sulla fiscalità del risparmio conclusi con la Svizzera e con altri Stati terzi. In questo modo l'UE garantisce che questi Accordi siano allineati alla prevista revisione della direttiva sulla fiscalità del risparmio.
Già dal 2009 la Svizzera si è dichiarata disposta a discutere in merito a una revisione dell'Accordo per colmare le lacune esistenti. Tuttavia, un adeguamento dell'Accordo potrà essere convenuto unicamente se nel quadro della MIFID si troverà una soluzione soddisfacente nell'impostazione del regime dei Paesi terzi per la fornitura di prestazioni di servizi finanziari transfrontaliere.
Il progetto di mandato, elaborato dal DFF d'intesa con il Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE), sarà sottoposto per consultazione alle competenti commissioni parlamentari e ai Cantoni. In seguito il Consiglio federale licenzierà il mandato definitivo affinché la Svizzera possa avviare i negoziati con l'UE. Il contenuto del mandato rimane confidenziale.
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