La delegazione del Consiglio federale ha informato in merito alla situazione in materia di politica estera e di sicurezza. A quasi un anno dall’aggressione della Russia contro l’Ucraina, la guerra continua senza tregua. Questo conflitto, nel contesto delle più ampie tensioni tra Russia e Occidente, dovrebbe plasmare la sicurezza europea sul lungo periodo. Questa è una sfida per la Svizzera, chiamata a mantenere il proprio sostegno. In quanto Paese neutrale, gode di grande considerazione a livello internazionale e ci si aspetta che mantenga o intensifichi il proprio impegno nel settore dell’aiuto umanitario e della ricostruzione, anche nell’ambito della politica di sicurezza. Si è parlato anche del dibattito in corso in Parlamento sulla consegna all’Ucraina di materiale bellico svizzero da parte di Paesi terzi.
Anche gli eventi in Iran e in Kosovo interessano la politica estera e la politica di sicurezza della Svizzera, che ha condannato fermamente gli arresti di massa e le esecuzioni in Iran. In Kosovo, la situazione nel nord del Paese è peggiorata a dicembre, con proteste, scontri con la polizia e blocchi stradali. La situazione si è infine calmata, ma permane il conflitto di fondo tra Belgrado e Pristina. La Svizzera partecipa alla missione di pace in Kosovo (KFOR) con il suo contingente Swisscoy. Le recenti tensioni hanno sottolineato l’importanza di questa missione di stabilizzazione, che rappresenta il contributo più importante della Svizzera alla NATO ed è ampiamente apprezzata. Per tale motivo è importante prorogare la missione. La delegazione del Consiglio federale e i partiti hanno discusso dei diversi focolai di crisi e delle loro ripercussioni sul nostro Paese.
Evoluzione della sicurezza dell’approvvigionamento
Il Consiglio federale ha anche informato in merito allo stato e all’evoluzione dell’economia. Dal punto di vista attuale, l’economia svizzera dovrebbe svilupparsi debolmente nei prossimi trimestri. La probabilità che il nostro Paese entri in una grave recessione è tuttavia molto bassa. La situazione dell’approvvigionamento energetico è ora meno tesa e la congiuntura è stabile. Nel confronto internazionale l’evoluzione dei prezzi in Svizzera è moderata. Nondimeno, non è escluso che la situazione energetica possa inasprirsi nei prossimi mesi o nell’inverno 2023/24.
Il Consiglio federale monitora costantemente la congiuntura anche tenendo conto dell’evoluzione della sicurezza dell’approvvigionamento. In vista del prossimo inverno il DATEC sta preparando una legge federale urgente per rafforzare la sicurezza dell’approvvigionamento di gas. Inoltre, entro la primavera del 2023, il DATEC elaborerà un piano in collaborazione con il DEFR per la costituzione di una riserva di consumo e nell’ambito del quale i grandi consumatori potrebbero impegnarsi a risparmiare energia in modo mirato in cambio di un’indennità. Nell’ambito delle misure a medio e lungo termine è attualmente pendente in Parlamento la legge federale su un approvvigionamento elettrico sicuro con le energie rinnovabili. Il Consiglio federale ha reagito alla situazione di tensione sui mercati energetici con misure precauzionali e ha anticipato con un’ordinanza alcuni elementi della legge federale. In particolare, già durante questo inverno sono disponibili la riserva di energia idroelettrica, centrali elettriche di riserva e gruppi elettrogeni di emergenza.
Politica europea e situazione migratoria
Si è parlato anche della politica europea. I membri del Consiglio federale hanno informato i vertici dei partiti sullo stato dei colloqui esplorativi della Svizzera con la Commissione europea. Questi colloqui mirano a definire una base comune nell’ottica di un nuovo mandato negoziale. Finora si sono svolti sette tornate esplorative e undici colloqui tecnici. In diversi settori le delegazioni hanno sviluppato un’intesa comune, ma rimangono aperte varie questioni. Proseguono i colloqui esplorativi.
Un ulteriore tema della discussione con i partiti è stata la situazione migratoria. L’anno scorso quasi 75 000 rifugiati ucraini hanno cercato rifugio nel nostro Paese, ma parte di essi è già ripartita. Alla fine del 2022 soggiornavano in Svizzera circa 62 800 persone con statuto di protezione S, alle quali si sono aggiunti circa 24 500 richiedenti asilo. Dalla primavera del 2022 l’esercito mette a disposizione della Segreteria di Stato della migrazione (SEM) posti di alloggio temporanei. Nel dicembre del 2022 il Consiglio federale ha autorizzato un impiego sussidiario dell’esercito a favore della SEM. Secondo lo scenario più probabile elaborato dalla SEM, nell’anno in corso saranno presentate circa 27 000 domande d’asilo. A seconda dei flussi migratori, in particolare nell’Europa sudorientale, e delle prassi di asilo e di rimpatrio dei Paesi limitrofi, tale cifra potrebbe anche aumentare. All’inizio dell’anno, inoltre, ogni mese tra 2500 e 5000 persone provenienti dall’Ucraina dovrebbero cercare rifugio in Svizzera.
In merito allo stato delle finanze federali
Il Consiglio federale ha infine informato i vertici dei partiti anche sullo stato delle finanze federali. Nel preventivo 2024, così come nel piano finanziario per gli anni successivi, si profilano deficit per miliardi. Alla fine di gennaio ha pertanto adottato un piano di risanamento che consente di assorbire disavanzi fino a due miliardi e di rispettare le direttive del freno all’indebitamento. Già nel corso di questo trimestre il Consiglio federale avvierà la discussione sulla rettificazione degli anni del piano finanziario 2025–2027.
Informazioni supplementari:
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