Modernizzazione dell’apparato giudiziario in Lettonia

Articolo, 26.06.2009

Nell’ambito del contributo all’allargamento, la Svizzera sostiene un progetto lettone finalizzato a migliorare la qualità e l’efficienza dell’apparato giudiziario. La Svizzera e la Lettonia hanno firmato l’accordo di progetto corrispondente il 25 giugno 2009. Il contributo svizzero al progetto ammonta a 8 milioni di franchi svizzeri.

La decisione del governo lettone di avviare il progetto è motivata dal costante aumento dei casi giudiziari, nonché della loro complessità, mentre i tribunali non dispongono di un’attrezzatura moderna, al passo con le nuove tecnologie di comunicazione. Il progetto fa dunque leva su questi punti, al fine di migliorare il lavoro dei tribunali, rendendolo più efficien-te. Esso faciliterà inoltre ai cittadini l’accesso alle procedure giudiziarie.

La Svizzera (rappresentata dall’ambasciatrice a Riga, Gabriela Nützi Sulpizio) e la Lettonia (rappresentata dal vice segretario di Stato del ministero delle finanze, Andžs Ūbelis) hanno firmato l’accordo di progetto il 25 giugno 2009. Il contributo della Svizzera ammonta a 8 mi-lioni, quello della Lettonia a 1,4 milioni di CHF. Nel corso della durata del progetto ‒ di circa tre anni ‒ sono previsti l’acquisto e l’applicazione di nuove tecnologie di comunicazione (audio, videoconferenze, Internet) e contemporaneamente uno snellimento delle procedure dei tribunali.

I tribunali lettoni riceveranno così moderni apparecchi di registrazione che sostituiranno l’onerosa stesura dei verbali. I tribunali e i penitenziari saranno dotati di attrezzature per vi-deoconferenze che, per le audizioni dei detenuti, consentiranno di evitare trasporti costosi. I cittadini lettoni saranno inoltre meglio informati ‒ via Internet ‒ sulle procedure giudiziarie e potranno comunicare più facilmente con i tribunali per via elettronica. Questo per citare alcune delle misure decise per semplificare, e quindi accelerare, le procedure presso i tribunali lettoni. Le misure contenute nel progetto corrispondono peraltro alle raccomandazioni del Consiglio d’Europa.