Strategia

Priorità del futuro impegno della Svizzera in Sri Lanka

Con il programma fondamentale di riforma e riconciliazione del nuovo Governo, lo Sri Lanka ha un’opportunità reale di raggiungere la riconciliazione nazionale. Le possibilità di rafforzare lo Stato di diritto, promuovere lo sviluppo economico e normalizzare le relazioni estere sono concrete. Alla luce di questi sviluppi, la Svizzera intende: sostenere il processo di riforma e riconciliazione; e portare avanti l’attività di intensificazione delle relazioni bilaterali avviata nel 2015, in particolare sul piano degli scambi politici e nei settori della cooperazione in materia di migrazione, dell’economia, della formazione professionale e degli scambi culturali.

Il conflitto armato che per quasi 30 anni ha tormentato lo Sri Lanka ha costretto alla fuga centinaia di migliaia di persone. Attualmente in Svizzera vivono oltre 50’000 cittadini srilankesi, in prevalenza di etnia tamil, di cui circa 24’000 hanno acquisito la cittadinanza svizzera. In risposta alla guerra civile, nel 2001 la Svizzera iniziò a impegnarsi politicamente per la promozione della pace e il rispetto dei diritti umani in Sri Lanka (Divisione Sicurezza umana del DFAE). Inoltre, come contributo a un dividendo della pace – e successivamente per alleviare le conseguenze dello tsunami che devastò il Paese –, dal 2003 la Svizzera presta aiuto umanitario sostanziale e con il suo ufficio a Jaffna è tra i pochi Stati presenti nella provincia settentrionale del Paese. Il Programma globale Migrazione e sviluppo (DSC) opera in Sri Lanka dal 2010. Da molti anni la Segreteria di Stato della migrazione (SEM) è impegnata nella reintegrazione dei cittadini srilankesi che fanno ritorno nel loro Paese (aiuto individuale al ritorno) e dal 2014 sostiene, tra gli altri, un progetto di formazione professionale nel Nord e nell’Est del Paese.

Dopo l’elezione del presidente Maithripala Sirisena l’8 gennaio 2015, il Governo ha avviato una serie di riforme in particolare nel settore dello Stato di diritto, compiendo i primi passi verso la riconciliazione dopo anni di conflitto armato. In occasione delle elezioni legislative del 17 agosto 2015 la popolazione ha avallato questo processo di riforma e riconciliazione conferendo un chiaro mandato alle forze riformiste. Per lo Sri Lanka si prospettano dunque notevoli opportunità di cambiamento. Una pacificazione duratura e lo sviluppo economico del Paese potrebbero tra l’altro scongiurare una ripresa dei flussi migratori determinati dai conflitti. Rimangono però da affrontare sfide di notevole portata. Il processo di riforma avviato interessa molti ambiti e richiederà tempo per produrre effetti duraturi. In questa delicata fase iniziale, garantire sostegno è doppiamente importante.

Il lavoro di trasformazione e intensificazione delle relazioni bilaterali avviato nel 2015 va dunque portato avanti e approfondito. Il consigliere federale Burkhalter si è già recato a Colombo e a Jaffna nel marzo del 2015. Ulteriori testimonianze di questa nuova qualità delle relazioni sono l’incontro della presidente della Confederazione Sommaruga con il presidente Sirisena a margine dell’Assemblea generale dell’ONU a New York, nel settembre del 2015; l’incontro del presidente della Confederazione Schneider-Amman con il primo ministro Wickremesinghe, nel gennaio del 2016; nonché la missione di valutazione della DSC (Cooperazione globale) e la visita di lavoro della SECO (Relazioni economiche bilaterali), nel maggio del 2015. Nel 2015 hanno preso contatti con lo Sri Lanka anche il Centro ginevrino per la Politica di Sicurezza (GCSP) e l’International Centre for Asset Recovery (ICAR) di Basilea. Nell’agosto del 2015 è stata inoltre organizzata una tavola rotonda con attori interessati della società civile svizzera per discutere la futura strategia.

La Svizzera porterà avanti il proprio impegno in Sri Lanka all’insegna di un approccio di cooperazione interdipartimentale («whole of government approach»), creando, dove possibile, sinergie e sfruttandole opportunamente. A tal fine la Svizzera può avvalersi della sua lunga esperienza nell’ambito dell’aiuto umanitario e della promozione della pace. Il programma umanitario termina nell’aprile del 2016, ma lo Sri Lanka rimarrà un Paese prioritario dell’impegno svizzero nella politica di pace, soprattutto attraverso il sostegno fornito nel delicato settore dell’elaborazione del passato, del rafforzamento della sicurezza umana e dello Stato di diritto. In materia di migrazione, gli scambi e l’impegno vanno ampliati in base a una ponderazione equilibrata degli interessi. L’annunciata apertura dell’economia delinea inoltre nuove prospettive per un’intensificazione degli scambi commerciali e degli investimenti. Infine, andranno promossi in modo mirato gli scambi culturali e la formazione professionale in determinati settori.