«Fin dall’inizio il trattato doganale era il rifiuto per antonomasia di pensare al proprio interesse in senso stretto. È anche su di esso che si fonda l’amicizia tra i nostri Paesi, poi cresciuta nel corso dei decenni, e il suo impatto va ben oltre i nostri rispettivi confini nazionali», ha affermato il presidente della Confederazione Alain Berset a Schaan, facendo anche riferimento all’impegno che entrambi sono in grado di assumere quali Stati benestanti e connessi a livello internazionale.
Negli anni ’20 del secolo scorso la conclusione del trattato doganale fu contestata da entrambi i lati del confine; oltre ad aspetti economici, furono chiamate in causa contrapposizioni di natura religiosa. Alla fine però prevalsero i favorevoli, cosicché il diplomatico e capo negoziatore del Liechtenstein Emil Beck e il consigliere federale Giuseppe Motta riuscirono a firmare il trattato.
Durante i festeggiamenti del 29 marzo 2023, oltre al presidente della Confederazione, anche il principe ereditario Alois del Liechtenstein, i deputati del Liechtenstein e dei Cantoni di San Gallo e dei Grigioni hanno reso omaggio al trattato doganale e alle strette relazioni bilaterali, che oggi sono disciplinate in oltre 100 trattati. I due Paesi mantengono inoltre una stretta ed efficiente collaborazione a livello internazionale, in particolare nell’ONU e presso la Corte penale internazionale.
Prima dei festeggiamenti il presidente della Confederazione si è incontrato con il principe ereditario a Vaduz, con il quale ha discusso delle sfide in Europa legate alla guerra in Ucraina, dell’impegno di entrambi i Paesi negli organismi internazionali e delle relazioni della Svizzera con l’UE.
Informazioni supplementari:
Discorso del presidente della Confederazione
Relazioni bilaterali Svizzera–Liechtenstein
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