Articolo, 17.09.2024
Le crisi umanitarie riempiono le prime pagine dei giornali e le immagini associate a queste tragedie sono spesso legate a lacrime, sofferenza, fame, disperazione, solitudine, separazione e sconforto. Ultimamente, i ciberattacchi e la disinformazione contribuiscono a offuscare la nostra comprensione degli eventi globali. A volte ci sentiamo impotenti e sopraffatti dalle immagini di crisi, violenza, conflitti armati e catastrofi naturali.
La mostra d’arte contemporanea «Dialogues On Humanity» cerca di reagire a questi sentimenti e a questa situazione. Il senso di umanità è il fondamento e l’obiettivo dei principi umanitari: empatia e dignità sono al centro dell’impegno umanitario. Seguendo la guida tascabile “Punti di vista” le situazioni illustrate dalla mostra possono essere osservate da diversi punti di vista.
Guida tascabile «Punti di vista» (PDF, 2 Pagine, 1.7 MB, italiano)
Boris Loder ha uno spiccato interesse per la narrazione, il rapporto immagine-testo e le interrelazioni tra il comportamento umano e i paesaggi urbani e naturali.
Le sue fotografie scultoree rappresentano l’identità di un determinato luogo in forma condensata. Il cubo contiene oggetti raccolti in un sito specifico della città di Lussemburgo.
Michael Lundgren esplora la mancanza di interazione tra l’essere umano e la natura. Si immerge nella natura e si confronta con i luoghi che un tempo erano occupati dagli esseri umani.
Questo progetto è il risultato di nove anni di lavoro. L’artista evoca un mondo con trasformazioni culturali e naturali che rendono sfocata l’interpretazione dello scopo dell’oggetto.
Nel corso degli anni, Matthieu Gafsou ha focalizzato il suo lavoro su molteplici campi ponendoli sempre in relazione a temi contemporanei (le sue serie precedenti erano dedicate al transumanesimo, alla fede, al nostro rapporto con ciò che è vivo, soprattutto con la natura).
Invece di mostrare il degrado del nostro mondo attraverso il riscaldamento globale o l’estinzione della biodiversità, il fotografo ritrae il mondo attraverso i sentimenti, mettendo in evidenza la relazione tra i soggetti e il loro ambiente e tra gli esseri umani e non umani.
Erwan Frotin ha sviluppato dal 2002 un corpus di opere che fluttua tra il reale e il surreale con un forte interesse per la natura.
Il risultato sono immagini peculiari di luoghi paradisiaci senza presenza umana. L’artista immortala la bellezza e la diversità del mondo naturale e dell’ambiente che lo circonda.
Instagram @erwan_frotin
I bombardamenti hanno un impatto devastante sulla natura. Tuttavia, non tutte le bombe e le munizioni esplodono, ma continuano invece a inquinare l’ambiente e a uccidere e ferire i civili. In molti luoghi del mondo, come qui in Libia, queste minacce letali devono essere rimosse in modo controllato da esperti.
La siccità e le altre calamità naturali spesso esacerbano le crisi esistenti, come i conflitti, la violenza o le tensioni. Danneggiano le infrastrutture essenziali, rovinano i terreni agricoli e costringono le persone ad abbandonare le loro case. Le catastrofi naturali aggravano la situazione di popolazioni già vulnerabili, come qui nel Nord della Nigeria. Le persone fuggite dalle violenze sono finite in un campo dove coltivare il terreno è praticamente impossibile a causa della grave siccità.
Sarah Mei Herman esamina le relazioni e l’intimità tra le persone, con particolare attenzione alle famiglie.
In questa serie, ritrae anche il rapporto tra suo padre e il fratellastro Jonathan, di 21 anni più giovane. Fotografando i suoi familiari, cerca di sviscerare il legame tra i membri della famiglia attraverso i ricordi della sua infanzia.
www.sarahmeiherman.nl - Instagram @sarahmeiherman
Anne-Charlotte Moulard costruisce immagini come storie attraverso un obiettivo altamente cinematografico. Si concentra su dettagli impercettibili, fotografando con affetto città spesso dimenticate.
Stella è il nome della città in cui è cresciuta l’artista. Questa serie affronta il tema della casa, estendendolo alla casa della propria infanzia. Cosa rappresenta il nostro luogo di nascita?
Seguendo il tradizionale rapporto fotografico tra l’artista e la modella, Senta Simond esplora la rappresentazione della donna attraverso un approccio intimo al ritratto e al corpo femminile.
I primi piani di questa serie svelano il mistero e la complessità dell’essere una giovane donna.
Instagram @senta.simond
I conflitti moderni durano molto più a lungo e sono molto più volatili rispetto al passato; la resilienza è un elemento cruciale per la sopravvivenza. La sfida per la popolazione colpita è quella di continuare a vivere nel modo più normale possibile in un mondo completamente sconvolto. È la stessa lotta di questi ragazzi, che giocano a ping-pong in una scuola dove sacchi di sabbia impilati proteggono le finestre dai detriti dovuti ai bombardamenti.
Nelle crisi umanitarie, le case possono diventare fragili rifugi a cui le persone si aggrappano dopo che tempeste, inondazioni o violenze hanno colpito le loro città o i loro villaggi.
Qui a Um Zaiedd, in Sudan, la gente è tornata alle proprie case, pesantemente danneggiate da inondazioni improvvise. Queste persone hanno perso tutto, dai mobili alle scorte alimentari. L’unica cosa che rimane sono i muri crepati delle loro case e la loro resilienza.
Dopo aver lavorato con successo come fotografo di moda e commerciale, Su Yang ha iniziato a sviluppare progetti personali.
Birds, The Flowers and them parla di tre cinesi che hanno vissuto a Losanna (Svizzera) in tempi diversi. L’artista ha chiesto loro quali sono i luoghi che chiamano casa, cosa si prova a vivere in un Paese straniero e come descriverebbero la loro identità.
Jenna Callewaert esplora e affronta ricordi costruiti sull’assenza, si interroga sulla loro veridicità: i ricordi sono veri o sono pure invenzioni della nostra mente?
La fotografa cerca di ritrovare una parte di sé nel Paese in cui ha vissuto un tempo, con solo i ricordi di colori, odori e sensazioni a guidarla. Con questa serie cerca di trovare il fantasma dei suoi ricordi.
Dall’età di 16 anni, Myriam Boulos ha fotografato Beirut per documentari e per sua ricerca personale. Vivere in questa città ha plasmato il suo modo di lavorare.
La sua arte riflette le trasformazioni sociali influenzate dai cambiamenti politici e dagli eventi che hanno portato allo sfollamento di migliaia di persone.
Instagram @myriamboulos
L’artista produce immagini da giustapposizioni di interni, paesaggi e individui. La combinazione di forme e materiali crea una narrazione in cui l’anonimato o, al contrario, il riconoscimento possono influenzare il modo in cui percepiamo il soggetto dell’immagine.
Ricordi importanti sfuggono alla nostra memoria, portandoci a chiederci se ciò che non ricordiamo sia realmente accaduto.
www.sylwiakowalczyk.com - Instagram @sylwia_kowalczyk_
Tra umorismo, realtà ed editing, Nicolas Polli crea nature morte surrealiste in cui gioca con la luce.
Queste installazioni non convenzionali rappresentano mondi in cui si combinano banalità, gentilezza, dubbio e desiderio.
www.ciaopress.com - Instagram @nicolaspolli
Piantare semi è spesso considerato un segno di speranza. Il duro lavoro si accompagna al desiderio che i piccoli semi si trasformino in ortaggi o frutti buoni e sani per sfamare se stessi e la propria famiglia.
In Sudafrica, le organizzazioni umanitarie hanno creato piccoli orti comunitari per i quartieri vulnerabili, dando così la possibilità alla comunità di avere prodotti freschi della regione e ai ragazzi di imparare in un workshop come piantare e curare un orto.
Spesso si ritiene che cibo e medicine siano i bisogni più urgenti delle persone che affrontano le crisi umanitarie. Negli ultimi anni, l’elettricità e la connettività sono diventate altrettanto importanti per ricevere notizie sui parenti e informazioni salvavita o per trovare un riparo per la notte. Per i migranti e le persone colpite da conflitti armati, un telefono cellulare è un’ancora di salvezza.
Marvin Leuvrey sperimenta varie tecniche e si affida a manipolazioni analogiche e digitali in fotografia, 3D e video. Fonde dispositivi mediatici, natura artificiale/manufatta e persone.
Partendo da città e situazioni di transizione, mostra ambienti visivamente sovrasaturi e l’aspetto visivo di un eccesso di capitalismo nelle società iperconnesse.
www.marvinleuvrey.com - Instagram @marvin.leuvrey
Alina Frieske utilizza strumenti digitali per combinare frammenti di foto in nuove immagini. Lavora con tecniche di collage e illustrazione.
Inizia raccogliendo selfie e immagini anonimi, per poi assemblarli in fotomontaggi digitali che mettono in discussione il nostro rapporto con l’appropriazione di informazioni personali e intime su Internet.
www.alinafrieske.com - Instagram @almafrie
L’opera di Linn Phyllis Seeger si fonda su tecniche e media fotografici digitali. Nel suo lavoro artistico e di ricerca, esamina il ruolo dell’individuo in rete nell’ambito della diffusione e della persistenza delle crisi personali e globali.
È interessata al lavoro collettivo e non retribuito della storiografia nei social media. Solleva interrogativi sul significato della scrittura storica e sui suoi autori.
www.linn-phyllis-seeger.com - Instagram @linnphyllisseeger
Mathieu Bernard-Reymond esplora le tecnologie digitali da oltre 20 anni. Ritrae una natura fabbricata e svela come le immagini possano essere manipolate e presentate sotto un’altra veste.
Generate dall’intelligenza artificiale, le immagini della serie Weather si basano su immagini di cronaca focalizzandosi sulle problematiche climatiche.
www.matbr.com - Instagram @matbdrd
Non è una novità che i dati vengano raccolti. La gestione dei dati personali delle persone colpite dalle crisi è stata al centro del mandato del CICR fin dalla sua creazione. Durante la Prima guerra mondiale, il CICR ha raccolto informazioni su oltre 5 milioni di prigionieri di guerra per ristabilire i contatti tra familiari che erano stati separati. Con l’aiuto delle società della Croce Rossa e della Mezzaluna Rossa, uno degli obiettivi principali che il CICR persegue è la protezione dei dati personali, siano essi contenuti in una scheda o in un file digitale.
Il lavoro di Anastasia Samoylova esplora le nozioni di ambientalismo, consumismo e pittoresco. Nel progetto FloodZone , l’artista mette in evidenza la dissonanza tra il crescente consumismo della città di Miami e la realtà ambientale dell’isola, che sta scivolando in modo costante sott’acqua.
Basata su diversi piani, l’immagine oscilla tra artificialità e realtà, sfumando i confini tra di esse.
www.anasamoylova.com - Instagram @anasamoylova
«In guerra la verità è la prima vittima». In una situazione altamente polarizzata l’informazione si trasforma in un campo di battaglia e le persone percepiscono le stesse situazioni in modo diverso; il lavoro delle organizzazioni indipendenti, imparziali e neutrali diventa quindi molto complesso. L’attuale potere dei social media ha fatto sì che la cattiva informazione, la disinformazione e i discorsi di istigazione all’odio siano diventati la nuova norma nei conflitti.
La luna è sempre stata una fonte di fascino. Per quasi due secoli gli esseri umani hanno cercato di fotografarla e rappresentarla.
Nel loro lavoro congiunto su questa serie, Robert Pufleb e Nadine Schlieper esplorano la percezione che la fotografia ci offre del nostro ambiente. Mostrano il potere dell’illusione fotografica e il sottile confine tra realtà e finzione nell’era digitale.
www.alternative-moons.com - Instagram @alternativemoons
L’opera di Renate Aller crea un’esperienza che permette allo spettatore di entrare in uno spazio e soffermarsi in un paesaggio continuo.
In questa serie, l’artista evidenzia come i paesaggi siano percepiti in modo diverso, creando un’esperienza immersiva che isola i paesaggi dal loro contesto per esaltare il familiare e il conosciuto.
www.renatealler.com - Instagram @renateallerstudio
Esaminando le nuove tecnologie e facendone uso, Romain Roucoules sfida il modo in cui percepiamo l’ambiente e il flusso di informazioni.
Il suo lavoro si interroga sulla dimenticanza degli eventi e sul modo in cui essi vengono riportati in vita da questioni sociali attuali.
www.romainroucoules.com - Instagram @romainroucoules
Il crescente utilizzo delle moderne tecnologie nelle zone di conflitto ha portato nuove sfide per le organizzazioni umanitarie. Ora queste organizzazioni si trovano ad affrontare gli attacchi informatici al posto dei bombardamenti, i droni al posto degli aerei, i robot al posto dei soldati e l’intelligenza artificiale al posto delle decisioni umane. A volte è difficile per loro distinguere ciò che è reale da quel che non lo è, cosa danneggia le popolazioni civili e come possono fornire aiuti efficaci. Allo stesso tempo, molte organizzazioni neutrali sono diventate vittime della cattiva informazione in rete.
