La Strategia di cooperazione internazionale 2025–2028 si adatta al mutevole contesto internazionale

Il Consiglio federale ha proposto al Parlamento l’adozione di quattro crediti d’impegno per un totale di 11,27 miliardi di franchi per il periodo 2025–2028. Questo importo servirà a finanziare i pilastri della cooperazione internazionale, ovvero l’aiuto umanitario, la cooperazione allo sviluppo, la cooperazione economica e la promozione della pace e dei diritti umani. Ecco alcuni punti salienti della nuova strategia.

Operatori umanitari, con Patricia Danzi, parlano con donne in abito tradizionale in Ciad.

Restare flessibile nella continuità dei suoi impegni è diventato l’obiettivo principale della Svizzera. © DSC

Il contesto internazionale è segnato da numerose crisi di vario tipo. La crisi sanitaria, la guerra in Ucraina, la spirale di violenza in Medio Oriente, la crisi energetica, l’insicurezza alimentare e i cambiamenti climatici hanno un impatto diretto sulla popolazione mondiale e, di riflesso, sulla Svizzera. Il mondo sta cambiando velocemente: in costante mutazione, la situazione a livello globale rimane instabile, frammentata e imprevedibile. In questo contesto, tutti gli attori – governativi e non – devono dare prova di una flessibilità sempre maggiore. Restare flessibile nella continuità dei suoi impegni è quindi diventato l’obiettivo principale della Svizzera, come emerge dalla nuova Strategia di cooperazione internazionale 2025–2028.

La cooperazione internazionale (CI) è uno degli strumenti con cui la Svizzera, insieme ad altri partner, contribuisce ad affrontare le sfide globali. La CI risponde per esempio a problematiche economiche e strutturali, ai cambiamenti climatici, alle pandemie, alla migrazione irregolare e alla prevenzione dei conflitti e promuove valori che sono alla base della forza della Svizzera: lo Stato di diritto e la democrazia, l’economia di mercato, i diritti umani, il dialogo, la solidarietà, i principi umanitari e il diritto internazionale umanitario, solo per citarne alcuni. In un mondo instabile, la cooperazione internazionale rafforza l’impegno e l’influenza della Svizzera sulla scena internazionale.

Il concetto di «cooperazione internazionale» comprende gli strumenti dell’aiuto umanitario, della cooperazione allo sviluppo, della cooperazione economica allo sviluppo e della promozione della pace e della sicurezza umana. La CI è attuata dal Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE) e dal Dipartimento federale dell’economia, della formazione e della ricerca (DEFR), e il suo obiettivo è ridurre la povertà, promuovere i diritti umani e la pace e favorire lo sviluppo sostenibile nelle sue tre dimensioni: economica, ambientale e sociale.

La necessità per la Svizzera di mantenere un approccio flessibile nelle sue azioni e negli impegni assunti è uno degli insegnamenti tratti dalla precedente Strategia CI 2021–2024, che giunge a termine alla fine di quest’anno. Inoltre, i risultati ottenuti dalla CI negli ultimi anni hanno confermato che gli orientamenti definiti nella precedente strategia – ossia obiettivi di sviluppo, focus e focalizzazione geografica – si sono dimostrati pertinenti. La nuova strategia per il periodo 2025–2028 si basa quindi su queste conclusioni.

Pertanto, i quattro obiettivi della Strategia CI 2021–2024 sono stati riconfermati in quella nuova, perché hanno assicurato la flessibilità necessaria per rispondere alle numerose sfide e contribuire ad adempiere efficacemente il mandato conferito. Le quattro regioni prioritarie della Strategia CI 2021–2024 (Africa subsahariana, Asia, Europa dell’Est, Medio Oriente e Nord Africa) sono rimaste invariate. La CI dev’essere quindi intesa come un processo a lungo termine, volto a rafforzare i risultati raggiunti.

Quattro obiettivi: esempi concreti nelle quattro regioni prioritarie

Patricia Danzi incontra le donne in un campo di raccolta.
Il Ciad è un Paese prioritario per la cooperazione bilaterale svizzera allo sviluppo. In questa foto Patricia Danzi incontra donne ciadiane in loco. © DSC

Africa subsahariana: in Ciad, la CI aiuta a rafforzare le capacità delle istituzioni statali 

Il Ciad è uno dei Paesi prioritari della cooperazione bilaterale allo sviluppo della Svizzera. Da molti anni ormai, questo Stato registra uno dei punteggi più bassi dell’indice di sviluppo umano. Le istituzioni statali, come l’amministrazione pubblica, le scuole e il sistema sanitario, sono poco sviluppate. Le sfide regionali e globali come i gruppi armati estremisti, i flussi di rifugiati provenienti principalmente dal Sudan a causa del conflitto nel Darfur in corso dal 2003, e il crescente impatto dei cambiamenti climatici frenano ulteriormente lo sviluppo del Paese.

Attraverso il dialogo politico, il rafforzamento delle istituzioni e gli insegnamenti tratti dall'esperienza sul campo, la Svizzera contribuisce ad aumentare l'efficacia dei sistemi statali e non statali per l'organizzazione e la fornitura di servizi sociali di base, sistemi che sono messi sotto pressione dalle sfide demografiche.

Nel settore dell'istruzione, occorre migliorare la qualità dell'istruzione di base per ragazze e ragazzi. Attraverso il suo programma, la Svizzera sostiene la formazione del personale docente, promuove l'innovazione nei metodi di insegnamento e facilita l'accesso all'istruzione di base per i gruppi vulnerabili grazie a sistemi di apprendimento e insegnamento adattati. Con il suo sostegno, la Svizzera incoraggia la responsabilità dei servizi sanitari pubblici a tutti i livelli e contribuisce a migliorare la conoscenza delle risorse idriche, e quindi la loro pianificazione e utilizzo. 

Obiettivo 1: salvare vite e favorire l’accesso a servizi di base di qualità

I servizi di base comprendono in particolare le infrastrutture sanitarie, le cure essenziali, un’istruzione di qualità e i sistemi di protezione sociale. Gli interventi della CI puntano a migliorare l’accessibilità, la qualità e il grado di copertura di questi servizi, a prescindere che siano forniti da attori pubblici o privati. Il loro miglioramento, per esempio nei campi dell’istruzione e della sanità, crea condizioni propizie per accedere a formazioni di qualità che spianano la strada a impieghi duraturi e a una vita pubblica attiva.

Spesso, in caso di crisi e di conflitti, questi servizi essenziali non sono più garantiti. Tramite le sue attività di aiuto umanitario, la CI svizzera fa sì che le persone e le comunità vulnerabili possano soddisfare i propri bisogni. La CI conduce iniziative bilaterali e multilaterali per favorire il rispetto e l’attuazione dei principi umanitari e del diritto internazionale umanitario nelle zone di conflitto, oltre che per contribuire alla protezione della popolazione civile. Con i suoi interventi di CI, la Svizzera perora inoltre per il rispetto dei principi umanitari presso gli attori coinvolti.

Tenuto conto della situazione attuale, per quanto riguarda lo sviluppo umano la Strategia CI 2025–2028 si concentra su due obiettivi specifici: la migrazione e la sanità.

Europa dell’Est: in Serbia, il CI è coinvolto nei processi di riforma volti a rafforzare i valori e gli standard europei

La disgregazione della Jugoslavia negli anni 1990 ha messo a dura prova l’economia e le infrastrutture della Serbia. Da allora il Paese ha già fatto molti passi avanti: nel 2014 sono stati avviati i negoziati per l’adesione all’UE, sono state varate numerose riforme promettenti per l’amministrazione pubblica e per l’economia, e la disoccupazione è in calo. Ma per garantire la prosperità di tutta la popolazione vanno ancora affrontate sfide di notevole portata, in particolare per quanto riguarda lo Stato di diritto, la partecipazione democratica della società civile, la libertà di stampa, le sfide del cambiamento climatico e l'accesso al mercato del lavoro.

La Svizzera si adopera per promuovere una crescita economica sostenibile in Serbia. Da un lato vengono ottimizzate le condizioni quadro per le imprese serbe, in modo tale che possano avere migliori possibilità d’accesso ai mercati esteri e a possibilità di finanziamento, dall’altro, vengono promosse l’innovazione e l’imprenditoria per incrementare la competitività. La Svizzera incoraggia lo sviluppo di un’amministrazione finanziaria pubblica operativa, efficiente ed efficace, che dia conto della propria attività in modo trasparente. Al fine di ridurre l’elevato tasso di disoccupazione, in particolare tra i giovani, e per soddisfare il forte bisogno del settore privato di una forza lavoro qualificata e produttiva, lavora per ampliare l’offerta nel campo della formazione professionale orientata al mercato e rivolta in particolare alle fasce giovanili e ai gruppi svantaggiati.

La Svizzera coordina il proprio sostegno alla transizione a stretto contatto con le autorità locali, altri Paesi donatori e organizzazioni internazionali come l’UE e l’ONU, nonché con le istituzioni finanziarie internazionali (IFI). Tutti i programmi della Direzione dello sviluppo e della cooperazione (DSC) e della Segreteria di Stato dell’economia (SECO) includono i principi del buongoverno e della parità tra donne e uomini.

Obiettivo 2: contribuire a uno sviluppo economico sostenibile e creare posti di lavoro dignitosi

La Svizzera accompagna i Paesi in sviluppo nella transizione verso un’economia formale, nello sviluppo del settore privato e della formazione professionale orientata al mercato, nella realizzazione di cambiamenti strutturali a livello regionale, nazionale e locale, e sostiene la loro integrazione nell’economia mondiale. Le attività della CI mirano a creare prospettive di impiego dignitose e ad agevolare l’accesso delle persone e delle imprese ai mercati e a opportunità economiche. In questo modo la CI svizzera favorisce la prosperità e una crescita economica inclusiva nei Paesi in sviluppo, contribuendo alla diversificazione e alla resilienza delle economie nazionali, e partecipando al contempo alla tutela delle risorse naturali. A trarre beneficio da queste misure sono anche le fasce di popolazione più svantaggiate.

Tenuto conto del contesto attuale, per quanto riguarda lo sviluppo economico sostenibile la Strategia 2025–2028 si concentrerà su due obiettivi specifici: le piccole e medie imprese locali e le condizioni quadro.

Asia: nella regione del Mekong, la CI contribuisce a rendere la popolazione più resiliente ai cambiamenti climatici

Una donna sorride con gioia durante un corso di prevenzione gestito dalla DSC.
Nel 2018 in Laos il crollo di una diga ha provocato la più grave inondazione mai causata dall’uomo nella storia del Paese e ha danneggiato migliaia di famiglie povere. © DSC

Nonostante la forte crescita economica registrata dall’inizio degli anni 2000, che ha permesso ai Paesi del Mekong di fare passi avanti nella lotta alla povertà, le disparità sono in aumento e colpiscono soprattutto le popolazioni rurali. La pandemia di COVID-19 ha causato una grave crisi economica. I gruppi più vulnerabili, come le donne, le minoranze etniche e gli abitanti delle regioni più remote, sono anche quelli più penalizzati da un modello economico basato sullo sfruttamento non sostenibile delle risorse naturali.

La Svizzera vuole rendere le persone più resilienti ai cambiamenti climatici e alle catastrofi, garantendo un accesso più sicuro ed equo alle risorse naturali (terra, foreste, acqua) e una loro gestione all’insegna della sostenibilità. Nel 2018, per esempio, in Laos il crollo di una diga ha provocato la più grave inondazione mai causata dall’uomo nella storia del Paese e ha danneggiato migliaia di famiglie povere. La Svizzera condivide la sua esperienza in materia di sicurezza delle dighe per allineare maggiormente i quadri normativi e istituzionali agli standard internazionali in questo campo, proteggere le comunità a valle e contribuire alla produzione sicura di energia oltre che alla sostenibilità delle infrastrutture.

Obiettivo 3: garantire uno sviluppo rispettoso dell’ambiente e resiliente ai cambiamenti climatici

I cambiamenti climatici e il degrado dell’ambiente riguardano tutte le regioni del globo. Per far fronte a queste sfide, la Svizzera adotta due tipi di approccio: l’adattamento e la mitigazione. Da un lato rinforza la resilienza dei Paesi in sviluppo con metodi di adattamento efficaci, per esempio tramite la produzione di varietà vegetali nutrienti e resistenti alla siccità. Dall’altro, contribuisce alla riduzione delle emissioni di gas a effetto serra (mitigazione) attraverso misure di protezione del clima, per esempio sostenendo lo sviluppo urbano a ridotte emissioni di anidride carbonica o la transizione verso energie rinnovabili. Nell’ambito della cooperazione allo sviluppo le attività di promozione delle energie fossili non sono in genere finanziate.

La CI sostiene la protezione del clima e dell’ambiente così come la gestione sostenibile delle risorse naturali e la riduzione dei rischi (p. es. strutture di gestione delle crisi e sistemi di allerta precoce) al fine di proteggere le popolazioni e di limitare le perdite economiche. La CI contribuisce inoltre a ridurre i rischi legati alle catastrofi, alla desertificazione e alla perdita di biodiversità. Questo approccio viene applicato a tutti i partner della CI. La Svizzera sprona inoltre le organizzazioni multilaterali a integrare gli obiettivi dell’Accordo di Parigi e della Convenzione sulla diversità biologica nell’insieme delle loro attività.

Tenuto conto del contesto attuale, per quanto riguarda il clima e l’ambiente la Strategia 2025–2028 si concentra su tre obiettivi specifici: la lotta contro la fame, l’acqua e la transizione energetica. 1,6 miliardi di franchi del budget totale della Strategia di cooperazione internazionale 2025-28 saranno destinati alla protezione del clima. Insieme all'Ucraina (vedi sotto), questo è l'altro obiettivo mirato di questa strategia.

Medio Oriente e Nord Africa: in Medio Oriente, la CI promuove la pace e lo Stato di diritto

Vista di Beirut, in Libano, dalla finestra devastata di un appartamento.
L'obiettivo principale della Svizzera in Medio Oriente è creare un ambiente sicuro per le popolazioni colpite dai conflitti e per altre persone vulnerabili. Qui in Libano. © DSC

I conflitti armati in corso e del recente passato hanno creato in Medio Oriente una situazione caratterizzata da notevoli esigenze umanitarie. La Svizzera invia aiuti e fornisce servizi a tutela della popolazione colpita dalla violenza ed è attivamente coinvolta nella promozione della pace e nella prevenzione dei conflitti. Si adopera inoltre per garantire una gestione sostenibile dell’acqua, un’istruzione di qualità e la creazione di opportunità di reddito per i profughi, gli sfollati nella regione, i migranti più vulnerabili e le comunità ospitanti in Iraq, Giordania, Libano, Siria e Turchia.

L’obiettivo principale della Svizzera in Medio Oriente è creare un ambiente sicuro per le persone colpite dai conflitti e altri gruppi vulnerabili, salvando vite umane e rafforzando la comunità, riducendo la fragilità e creando prospettive di sviluppo. A livello politico la Svizzera promuove il buongoverno e il rispetto dei diritti umani, compresi i diritti dei profughi, e del diritto internazionale umanitario. Sostiene inoltre le attività di prevenzione e trasformazione dei conflitti.

Obiettivo 4: promuovere la pace, la democrazia e lo Stato di diritto, far rispettare i diritti umani

Al fine di risolvere i conflitti e promuovere la pace, la Svizzera instaura processi di dialogo volti a impedire lo scoppio di conflitti violenti o a creare le condizioni di riconciliazione. A questo scopo, ricorre a interventi di mediazione e facilitazione, alla messa a disposizione di competenze e a programmi di politica di pace. Opera per una pace duratura e accorda un’attenzione particolare all’inclusività. La CI dispone di competenze specifiche in materia di elaborazione del passato e lotta contro l’impunità. Sostiene istituzioni e processi democratici, favorisce la creazione di condizioni quadro per elezioni libere e pacifiche, e promuove lo Stato di diritto e la partecipazione ai processi politici, su basi paritarie, di donne e uomini, minoranze e gruppi marginalizzati, con l’intento di non lasciare indietro nessuno.

Parallelamente, la CI agisce sulle cause strutturali dei conflitti, favorisce un accesso equo a servizi di base di qualità per ogni persona e si adopera affinché tutti abbiano prospettive per il futuro. A questo proposito, l’istruzione svolge un ruolo fondamentale. La CI contribuisce inoltre alla coesione sociale e alla convivenza pacifica, in particolare attraverso la promozione del dialogo, dell’arte e della cultura. Nei suoi programmi e nelle sue iniziative privilegia un approccio sensibile ai conflitti e si accerta di intervenire senza nuocere («do no harm»).

Tenuto conto del contesto attuale, per quanto riguarda la pace e il buongoverno la Strategia CI 2025–2028 si concentrerà su tre obiettivi specifici: la democrazia, lo Stato di diritto e la parità tra donne e uomini.

Tre orientamenti strategici

In un mondo mutevole, orientamenti strategici costanti sono determinanti, poiché fungono da bussola per l’impegno della Svizzera in materia di cooperazione internazionale. La guerra in Ucraina e le sue conseguenze occupano un posto importante in questa strategia (lire plus bas), ma la tradizione umanitaria della Svizzera e i suoi interessi impongono di mantenere l’impegno della CI anche nel resto del mondo. L’orientamento della Strategia CI 2025–2028 si basa su tre criteri di analisi.

1. I bisogni locali

L’analisi dei bisogni delle popolazioni dei Paesi in sviluppo tiene conto della situazione umanitaria, del livello di povertà, della capacità dei Paesi di mobilitare risorse proprie e delle sfide in materia di sviluppo sostenibile. Vengono inoltre presi in considerazione la creazione di posti di lavoro dignitosi, la gestione e l’utilizzo sostenibili delle risorse naturali, l’accesso a servizi di base di qualità, il buongoverno e il rispetto dei diritti umani.

2. Il valore aggiunto della CI svizzera nel raffronto internazionale

Il valore aggiunto della CI svizzera rispetto a quello di altri attori è determinato da conoscenze specifiche, competenze attestate, capacità d’innovazione ed esperienza nei campi in questione. L’apertura alle riforme e la volontà del Paese partner di collaborare con la Svizzera in uno specifico settore permettono di ottenere maggiori risultati. Questi aspetti sono presi in considerazione nel quadro dell’analisi. Anche la tradizione umanitaria della Svizzera, la sua democrazia, il suo federalismo, il fatto che non sia stata un Paese colonialista, il suo sistema di istruzione e di formazione professionale, come anche la sua funzione di Stato ospite con la Ginevra internazionale rappresentano un valore aggiunto.

3. Gli interessi a lungo termine della Svizzera

La Svizzera opera per la pace, la libertà, i diritti umani, la democrazia, la conservazione delle risorse naturali, la prosperità, un ordine internazionale giusto e basato sul diritto, e lo sviluppo sostenibile nelle sue tre dimensioni: economica, ambientale e sociale. La sicurezza e la stabilità internazionali, incluse le problematiche legate al clima e ai flussi migratori, rappresentano interessi essenziali per la sua prosperità.

1,5 miliardi di franchi destinati all’Ucraina (e ai Paesi circostanti interessati dal conflitto)

L’incertezza delle prospettive riguardanti l’evolversi del conflitto in Ucraina e le sue conseguenze economiche e sociali impongono approcci flessibili. L’Ucraina è un Paese prioritario per la CI dal 1999 e l’impegno della Svizzera si fonda su partenariati e attività di lunga data. La Svizzera attribuisce una grande importanza strategica all’aiuto e alla ricostruzione del Paese.

Nell’ambito della CI e con l’aiuto di altri strumenti, contribuisce in modo solidale alla ricostruzione dell’Ucraina e si impegna per una pace equa e duratura. L’intervento svizzero poggia su due direttrici:

  1. l’aiuto umanitario, la cooperazione allo sviluppo e la promozione della pace, della democrazia e dei diritti umani;
  2. la ricostruzione. Questi due assi di intervento si distinguono non soltanto nella loro dimensione temporale, ma anche nella loro logica politica e finanziaria. A questo scopo è stata stanziata una somma di 1,5 miliardi di franchi.

Coerenza delle politiche

È importante che gli impegni assunti dalla Svizzera nelle sue relazioni esterne siano coerenti. Alcune politiche settoriali della Confederazione si ripercuotono significativamente sui Paesi in sviluppo. Il Consiglio federale si occupa del coordinamento allo scopo di limitare le interferenze negative e di rafforzare l’impatto del proprio intervento. In tal modo garantisce la coerenza delle proprie decisioni. I due dipartimenti incaricati dell’attuazione della Strategia CI (il DFAE e il DEFR) assicurano la piena collaborazione reciproca e con gli uffici a cui fanno capo le politiche settoriali.

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