«La Peppatencia dell’accordo quadro e chi mi chiama Tessiner Bundesrat»

Tre interviste a Ignazio Cassis, un tema in primo piano: l’accordo istituzionale. Oltre alle testate romande e svizzero tedesche, anche il Corriere del Ticino il 3 maggio ha rivolto alcune domande al consigliere federale Ignazio Cassis. Dal suo ruolo di «Tessiner Bundesrat» alle relazioni con l’UE. In breve, alcuni temi tratti dall’intervista.

05.05.2021
Un uomo tiene in una mano una bandiera svizzera e una dell’UE. Sullo sfondo le Alpi bernesi.

Quali scenari possiamo aspettarci con o senza l'accordo quadro istituzionale tra la Svizzera e l'UE? © Keystone

CH Media, 24 Heures/Tribune de Genève e Corriere del Ticino: il tema dell’accordo istituzionale ha fatto tappa nelle varie regioni linguistiche. In sintesi, alcuni punti toccati nell’intervista proposta dal quotidiano ticinese, disponibile in versione integrale su questa pagina. 

Fotomontaggio che mostra Ignazio Cassis in primo piano, con accanto a lui due riquadri che rappresentano la domanda e la risposta in un’intervista.
In un'intervista al Corriere del Ticino, il consigliere federale Ignazio Cassis parla del dossier europeo. © DFAE

Chiarezza dei negoziati al centro

L’accordo istituzionale non è ancora pronto per essere firmato. Dal 2018 sono stati messi a tema numerosi punti che permettono oggi al Consiglio federale di comunicare con chiarezza la sua posizione nei negoziati con l’UE. Il DFAE, guidato da Ignazio Cassis, ha presentato una prima bozza di accordo, ha portato avanti una consultazione pubblica e dato il via a una fase di ricerca di soluzioni con Cantoni e partner sociali. «Sono fiero di aver fatto chiarezza in una matassa molto ingarbugliata» afferma il capo del DFAE. Da questa base partono le discussioni attuali sui punti ancora da chiarire. Tre infatti gli elementi su cui non c’è ancora intesa. Al centro l’interpretazione del concetto di libera circolazione delle persone.

Sono fiero di aver fatto chiarezza in una matassa molto ingarbugliata.
Consigliere federale Ignazio Cassis

Nessun vicolo cieco: il dialogo continua

Dopo il recente incontro del presidente della Confederazione Parmelin a Bruxelles non è stata fissata nessuna data di scadenza per i negoziati: «Il dialogo tecnico continua. Bisogna vedere se c’è la volontà da parte dell’UE di fare concessioni. Il Governo ora sta valutando la situazione e ha deciso di consultare il Parlamento (le Commissioni di politica estera) e i Cantoni. Una volta consultati questi partner, deciderà come proseguire» spiega Ignazio Cassis.

Obiettivo: mantenere le buone relazioni

Sono molti i paragoni fatti con la Brexit. La Svizzera non vive però la stessa situazione. «Noi non siamo membri dell’UE e anche senza questo accordo gli oltre 120 accordi bilaterali restano in vigore e sappiamo quanto siano importanti» spiega il consigliere federale. Lo scenario di un mancato accordo non mette quindi la parola fine alle relazioni. «Ci sarebbe sicuramente delusione, perché i negoziati durano da tanto tempo. Ma i tempi della Svizzera non sono quelli dell’UE. Siamo molto più lenti perché siamo una democrazia diretta. Certo, a medio e lungo termine gli attuali accordi bilaterali potrebbero subire un’erosione. Ma non in due o tre anni. Ci sarà tempo per ripartire con altre riflessioni, anche se un prezzo da pagare comunque c’è» afferma Ignazio Cassis.

L’intervista completa è disponibile nella sezione link in fondo alla pagina. 

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