Buoni uffici svizzeri: riuscito scambio di prigionieri tra Iran e USA

Gli Stati Uniti hanno rilasciato un cittadino iraniano e l’Iran ne ha liberato uno statunitense. Quest’ultimo è atterrato giovedì a Zurigo, da dove ha continuato il viaggio per gli Stati Uniti. La Svizzera ha contribuito, nell’ambito dei suoi buoni uffici, alla riuscita di questo scambio di prigionieri.

La pista davanti al terminal dell’aeroporto di Zurigo.

All’aeroporto di Zurigo la Svizzera ha affidato alle autorità americane il cittadino statunitense liberato. Questi ha poi proseguito il suo viaggio per gli USA. © Keystone

La sera del 4 giugno 2020 è atterrato a Zurigo un aereo proveniente da Teheran con a bordo un cittadino statunitense rilasciato dall’Iran che, all’aeroporto, è stato affidato alle autorità americane. Anche gli Stati Uniti hanno liberato un cittadino iraniano. Il consigliere federale Ignazio Cassis, capo del Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE), plaude al gesto umanitario di entrambi i Paesi. «Un altro passo è stato compiuto con successo», ha dichiarato il consigliere federale Cassis. «Siamo pronti a fornire ulteriori contributi di facilitazione, nel solco della nostra lunga tradizione nel campo dei buoni uffici».

Mandati in qualità di potenza protettrice per gli USA e l’Iran

La Svizzera ha contribuito alla riuscita dello scambio di prigionieri. Il nostro Paese è titolare di mandati in qualità di potenza protettrice nei confronti degli Stati Uniti e dell’Iran, nell’ambito dei quali ha il compito di condurre negoziati con i Paesi coinvolti e di creare costantemente misure per il rafforzamento della fiducia reciproca. Nel caso concreto, l’instaurazione di un clima di fiducia propizio allo scambio di prigionieri ha richiesto un lavoro di anni, che si è particolarmente intensificato negli ultimi mesi. Il rilascio vero e proprio è stato preparato talmente nel dettaglio che il giorno in cui è avvenuto sono stati negoziati solo pochi dettagli. A scambio avvenuto, il DFAE ha ringraziato i due Paesi per la fiducia e la collaborazione in questo frangente.

Consenso dei Paesi coinvolti

In qualità di potenza protettrice, la Svizzera si assume una parte dei compiti consolari e diplomatici di due Stati terzi quando questi interrompono totalmente o in parte le loro relazioni. In tal modo permette loro di mantenere relazioni minime. La potenza protettrice offre inoltre protezione consolare ai cittadini di uno dei due Stati sul territorio dell’altro e viceversa.

La Svizzera può proporre, di propria iniziativa, a eventuali Stati interessati di assumersi questa funzione o può farlo su richiesta delle parti coinvolte; il presupposto è che tutte le parti siano d’accordo. La richiesta di buoni uffici da parte di entrambi gli Stati è pertanto una premessa essenziale affinché il nostro Paese possa fornire il proprio sostegno.

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