Di cosa si occupa la Svizzera nel Consiglio di sicurezza dell'ONU?
Negli anni 2023 e 2024 la Svizzera sarà membro del Consiglio di sicurezza dell’ONU, dove, con la sua esperienza, contribuirà alla pace e alla sicurezza globali in discussioni e dibattiti. Nel maggio del 2023 deterrà la presidenza del Consiglio di sicurezza. Nel newsticker sono disponibili i retroscena sull’impegno e sugli interventi della Svizzera nel Consiglio di sicurezza.

Camion carichi di aiuti umanitari delle Nazioni Unite arrivano al valico di frontiera «Bab el-Hawa» tra Turchia e Siria dopo il devastante terremoto, venerdì 10 febbraio 2023. © Keystone
Composizione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite nel 2023

Le priorità e i ruoli della Svizzera nel Consiglio di Sicurezza dell'ONU
Le priorità
Il 31 agosto 2022 il Consiglio federale ha fissato quattro priorità per il seggio della Svizzera nel Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite:
- costruire una pace sostenibile
- proteggere la popolazione civile
- rafforzare l’efficienza
- affrontare la questione della sicurezza climatica
La Svizzera vuole impegnarsi in modo credibile in tutti gli ambiti tematici dell’agenda del Consiglio di sicurezza.
Le priorità della Svizzera in dettaglio
I ruoli della Svizzera
Lead / Penholderships:
- Co-leadership per il dossier umanitario sulla Siria con il Brasile.
- Co-leadership per il Ufficio delle Nazioni Unite per l'Africa occidentale e il Sahel (UNOWAS) insieme al Ghana.
Presidenze di organi sussidiari:
- Presidente del Comitato per le sanzioni contro la Repubblica Popolare Democratica di Corea
- Co-presidente del Gruppo di lavoro su donne, pace e sicurezza, insieme agli Emirati Arabi Uniti.
- Co-presidente del Gruppo di esperti su clima e la sicurezza, insieme agli Emirati Arabi Uniti e al Mozambico.
- Punto focale su fame e conflitti, insieme al Brasile.
- Punto focale sulla Corte penale internazionale (CPI), insieme al Giappone.
Comportamento di voto della Svizzera e panoramica mensile
Il comportamento di voto della Svizzera nel Consiglio di Sicurezza dell'ONU
Panoramica mensile
Programma di lavoro del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, ONU (en)
22.03.2023 – L'accesso all'acqua deve essere garantito sempre, anche in tempo di guerra
Su iniziativa della Svizzera e del Mozambico – entrambi membri eletti del Consiglio – il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ha tenuto una riunione informale in occasione della Giornata Mondiale dell'Acqua, il 22 marzo, per discutere della protezione dell'accesso alle infrastrutture idriche e igienico-sanitarie nei conflitti armati. Questa protezione è un pilastro centrale per la protezione dei civili nei conflitti armati.
«L'acqua è essenziale per la vita sulla terra e l'accesso all'acqua è un diritto fondamentale. Deve essere garantito in ogni momento, anche in tempo di guerra», ha sottolineato Christian Frutiger, Direttore aggiunto e Capo della Divisione tematica Cooperazione della DSC, in rappresentanza del Consigliere federale Cassis, al Consiglio di sicurezza. Nonostante gli obblighi esistenti in base al diritto internazionale umanitario, che si riflettono anche in diverse risoluzioni del Consiglio di sicurezza, le strutture idriche continuano ad essere distrutte o danneggiate nei conflitti armati.

Oggi, circa due miliardi di persone sono a rischio di scarsità d'acqua a causa di conflitti. Ciò significa non solo la mancanza di acqua per le persone e l'agricoltura, ma anche la diffusione di malattie infettive come il colera a causa della scarsa igiene. Ecco perché la Svizzera ha sottolineato in seno al Consiglio che il diritto internazionale umanitario deve essere rispettato e applicato ovunque e senza errori. Questo perché il diritto internazionale umanitario protegge fondamentalmente l'infrastruttura idrica come oggetto civile. Inoltre, vieta di attaccare, distruggere e rendere inutilizzabili i beni essenziali per la sopravvivenza della popolazione civile, come le strutture e le forniture di acqua potabile e i sistemi di irrigazione.
Un'infrastruttura idrica funzionante è anche fondamentale per il consolidamento di una pace sostenibile dopo le ostilità. L'assenza di tali strutture impedisce la ripresa delle attività economiche e sociali in aree già gravemente colpite dalla guerra. L'instabilità permane e c'è un alto rischio che le vecchie tensioni si riaccendano. L'incontro ha anche evidenziato l'impatto negativo del cambiamento climatico come fattore aggravante per la protezione dei servizi e delle infrastrutture idriche nei conflitti armati. Per questo motivo, nella sua dichiarazione al Consiglio di sicurezza, la Svizzera si è concentrata anche sulla funzione centrale della prevenzione, della ricostruzione e del sostegno della comunità internazionale agli Stati e alle regioni colpiti dai conflitti.
«Le sfide odierne nell'ambito dell'accesso, della gestione e dell'amministrazione dell'acqua sono molteplici e richiedono soluzioni multilaterali», ha sottolineato Frutiger a New York. Per questo motivo, la Svizzera si impegna a includere in modo permanente questo tema nelle priorità dell'ONU.
16.03.2023 – Il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite prolunga la Missione di Assistenza delle Nazioni Unite in Afghanistan
Il 16 marzo, il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ha prolungato all'unanimità il mandato della Missione di Assistenza delle Nazioni Unite in Afghanistan (UNAMA) per 12 mesi. Come membro eletto del Consiglio, la Svizzera ha sostenuto questa risoluzione. L'UNAMA fornisce assistenza umanitaria e buoni uffici in Afghanistan, protegge e promuove i diritti umani, sostiene l'uguaglianza di genere e protegge i bambini colpiti da conflitti armati. La missione ha anche il mandato di promuovere lo sviluppo e la governance in Afghanistan, in particolare lo Stato di diritto. Sono tutti temi che occupano un posto centrale nella politica estera svizzera. Sul terreno, la Svizzera sta lavorando con organizzazioni partner come l'ONU, il CICR e varie ONG per ridurre la sofferenza umana.
Il Consiglio di sicurezza ha anche adottato all'unanimità una risoluzione che richiede una valutazione indipendente della situazione in Afghanistan per garantire un approccio coerente da parte degli attori politici, umanitari e dello sviluppo. Una strategia politica comune è particolarmente importante data la gravità della situazione. La Svizzera si aspetta che le voci delle donne e della società civile siano prese in considerazione durante questa valutazione.

L'Afghanistan deve affrontare numerose crisi che si alimentano a vicenda e che hanno gettato il Paese in una profonda insicurezza. La caduta del governo nell'estate del 2021 ha ulteriormente peggiorato la situazione, soprattutto per le ragazze e le donne. L'elenco degli episodi di violenza contro donne e ragazze è infatti lungo. Include, tra gli altri, omicidi, matrimoni forzati e delitti d'onore. L’accesso all'istruzione e al lavoro è per loro praticamente inesistente, soprattutto dopo i decreti imposti dai Talebani alla fine del 2022, che limitano ulteriormente i diritti di donne e ragazze. La Svizzera chiede ai Talebani di revocare questi decreti.
La Svizzera accoglie con favore l'estensione del mandato dell’UNAMA, perché le sue attività sono di vitale importanza per il popolo afghano. Per la Svizzera sono centrali in particolare due temi: da un lato, l'intera società afghana, in particolare le donne e le ragazze e le minoranze etniche, devono poter partecipare alla vita pubblica senza temere rappresaglie. Questo è infatti essenziale per lo sviluppo economico e sociale e per una pace duratura. D'altra parte, i bisogni della popolazione civile sono estremamente elevati. Più di 28 milioni di persone nel Paese dipendono da aiuti umanitari per la loro sopravvivenza. Sono necessarie soluzioni non solo rapide ma anche durature, soprattutto per affrontare il problema dell’insicurezza alimentare. Un prerequisito per il successo di questi sforzi è il riconoscimento del ruolo chiave delle donne nella società, nell'economia e nella politica afghane.
In Afghanistan le donne non possono più lavorare nelle ONG: il DFAE è preoccupato
15.03.2023 – Pace fragile in Sud Sudan: il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite prolunga il mandato della missione di mantenimento della pace
Il 15 marzo, il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ha prorogato il mandato della Missione delle Nazioni Unite in Sud Sudan (UNMISS) per un altro anno mediante una risoluzione. In seno al Consiglio di sicurezza, la Svizzera ha sostenuto la risoluzione per garantire che la missione continui ad essere equipaggiata per le sfide future nel Paese. Il mandato è anche in linea con le sue priorità di membro del Consiglio, ossia proteggere i civili, promuovere una pace sostenibile e affrontare la sicurezza climatica. Dopo decenni di conflitto, il Sud Sudan ha ottenuto l'indipendenza dal Sudan nel 2011. Quando il nuovo governo è crollato nel 2013, il giovane Stato è caduto in una spirale di guerra civile, che si è conclusa a livello nazionale nel 2018 con un accordo di pace. Centinaia di migliaia di persone sono state vittime della guerra e milioni di sfollati, oltre la metà dei quali donne e bambini.
Ma la pace è fragile. L'attuazione dell'accordo di pace sta facendo progressi lenti. La formazione di un governo di transizione nel febbraio 2020 ha solo leggermente accelerato questo processo. A livello subnazionale, la violenza rimane purtroppo all'ordine del giorno. «Per ridurre la violenza e rafforzare la coesistenza pacifica, i dialoghi di pace tra la popolazione sono essenziali. Negli ultimi anni, la Svizzera ha collaborato con il Consiglio delle Chiese del Sud Sudan per sostenere tali dialoghi. Anche l'UNMISS promuove tali dialoghi», ha dichiarato al Consiglio di sicurezza l'Ambasciatrice svizzera presso le Nazioni Unite Pascale Baeriswyl. Le elezioni e la fine del periodo di transizione previste l'anno prossimo porteranno ulteriori sfide.

Spinto dal conflitto e dalla grave insicurezza alimentare, il Paese sta affrontando una massiccia crisi umanitaria. «Questa crisi è aggravata dall'impatto del cambiamento climatico, che sta esacerbando gli effetti del conflitto. Incoraggiamo il Governo del Sud Sudan ad affrontare queste sfide con il sostegno dell'UNMISS», ha sottolineato Pascale Baeriswyl a New York. Per questo motivo, durante i negoziati sul mandato, la Svizzera ha anche chiesto al Segretario generale dell'ONU di includere un riferimento ai rischi associati agli effetti del cambiamento climatico nella sua relazione sull'UNMISS al Consiglio di sicurezza. Il mandato menziona anche l'obiettivo delle Nazioni Unite di aumentare l'uso di energie rinnovabili nelle missioni di pace, al fine di incrementare l'uso responsabile delle risorse naturali. In qualità di co-presidente del gruppo informale di esperti del Consiglio su clima e sicurezza, la Svizzera sostiene anche questo tema in un quadro più ampio.
I compiti dell'UNMISS comprendono la protezione dei civili, il supporto logistico per gli aiuti umanitari, il sostegno all'attuazione dell'accordo di pace, la promozione del diritto internazionale umanitario e il rafforzamento dei diritti umani. Il 2023 sarà un anno importante per preparare la fine della fase di transizione.
Pace fragile in Sud Sudan, articolo online
UNMISS, Dichiarazione della Svizzera al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite (fr)
07.03.2023 – Le donne giocano un ruolo chiave nel raggiungimento di una pace sostenibile
Il Presidente della Confederazione Alain Berset si è rivolto per la prima volta al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite il 7 marzo, nell'ambito della sua partecipazione alla 67esima sessione della Commissione delle Nazioni Unite sullo Status delle Donne (CSW). Il tema «Donne, pace e sicurezza» è stato al centro del dibattito aperto del Consiglio. Il Presidente della Confederazione ha sottolineato l'importanza della partecipazione delle donne ai processi decisionali politici e di pace. Ha fatto riferimento al suo viaggio in Mozambico nel febbraio 2023: «Le donne lavorano per la pace sia nelle loro comunità che a livello nazionale. In questo modo, contribuiscono a un futuro politico ed economico giusto ed equo per il loro Paese.»

L'agenda «Donne, pace e sicurezza» è stata adottata dal Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite nel 2000: La Risoluzione 1325 e le sue risoluzioni successive riconoscono il ruolo delle donne in tutti gli sforzi per raggiungere una pace duratura e chiedono la protezione dei diritti delle donne. Come in precedenza, le donne sono spesso i primi bersagli della violenza, dei discorsi di odio, delle minacce, delle ritorsioni e delle aggressioni sessuali nelle situazioni di conflitto – questo accade sempre più spesso anche nello spazio virtuale.
L'attuazione dell'agenda deve ancora essere rafforzata a livello mondiale. Berset ha invitato il Consiglio a intraprendere azioni concrete per affrontare queste sfide: «Ora alle parole deve corrispondere un'azione concreta in termini di budget, personale e politica. Questo è un prerequisito affinché le donne possano esprimersi e contribuire a una pace sostenibile - in modo sicuro, libero e senza temere conseguenze e intimidazioni.»
Dichiarazione del Presidente Berset al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite (fr)
24.02.2023 – Consiglio di sicurezza dell’ONU: Ignazio Cassis chiede il rispetto delle Convenzioni di Ginevra e il ritiro delle truppe russe dall’Ucraina
Il 24 febbraio 2023 il consigliere federale Ignazio Cassis ha partecipato a un dibattito di alto livello del Consiglio di sicurezza dell’ONU a New York. Il capo del Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE) ha chiesto il ritiro dell’esercito russo, presente ormai da un anno sul territorio sovrano ucraino, e il rispetto delle Convenzioni di Ginevra. Ha inoltre sostenuto l’impegno della Svizzera a favore di una risoluzione pacifica del conflitto.
«Dopo un anno di guerra, dobbiamo unire le nostre forze, le nostre idee e i mezzi a nostra disposizione per ripristinare il senso di sicurezza in Europa e garantire il ritorno di una pace completa, giusta e duratura in Ucraina», ha dichiarato Ignazio Cassis dinanzi al Consiglio di sicurezza dell’ONU.
In quanto Stato permanentemente neutrale, la Svizzera adempie appieno i propri obblighi derivanti dal diritto della neutralità. Sul piano militare non favorisce nessuna delle parti in conflitto. Tuttavia, come ha ricordato Ignazio Cassis, «neutralità non vuol dire indifferenza nei confronti delle violazioni del diritto internazionale». Per il capo del DFAE «la Svizzera è sempre pronta a riunire tutti intorno a un tavolo per promuovere un maggiore rispetto del diritto internazionale umanitario e, in definitiva, la pace».

23.02.2023 – Dinanzi all’Assemblea generale dell’ONU, il consigliere federale Ignazio Cassis condanna l’aggressione russa e chiede una pace duratura in Ucraina
A un anno dallo scoppio della guerra in Ucraina, questo fine settimana il consigliere federale Ignazio Cassis si trova presso la sede delle Nazioni Unite a New York per partecipare a una sessione speciale di emergenza dell’Assemblea generale e a un dibattito in seno al Consiglio di sicurezza. In questa occasione, il capo del DFAE ribadisce la ferma condanna da parte della Svizzera dell’aggressione russa contro l’Ucraina tuttora in atto e chiede la cessazione immediata della guerra oltre che il ritiro delle truppe russe dal territorio sovrano ucraino.

L’Assemblea generale dell’ONU, in presenza del consigliere federale Ignazio Cassis, ha adottato a larga maggioranza (141 voti a favore) una risoluzione che chiede, da un lato, agli Stati e alle organizzazioni internazionali di aumentare il loro sostegno agli sforzi diplomatici volti a raggiungere una pace completa, giusta e duratura in Ucraina, conformemente allo Statuto dell’ONU, e dall’altro esorta la Russia a ritirare le sue truppe dal territorio ucraino.
«Con la risoluzione di oggi lanciamo un forte messaggio di pace e di rispetto dei principi che ci uniscono», ha dichiarato Ignazio Cassis dinanzi all’Assemblea generale. Questo nuovo testo esorta gli Stati membri dell’ONU e le organizzazioni internazionali a rafforzare il proprio impegno a favore della pace. Il capo del DFAE ritiene che si tratti di un segnale chiaro inviato alla Russia da parte della comunità internazionale e sottolinea il suo appello a quest’ultima affinché «collabori in vista di una soluzione pacifica del conflitto».
14.02.2023 – L'innalzamento del livello del mare minaccia la pace e la sicurezza mondiale
«I fatti sono chiari: il nostro pianeta si sta riscaldando, con un conseguente innalzamento del livello delle acque e scioglimento dei ghiacciai. La Svizzera è in prima linea nel monitoraggio di quest'ultimo», ha dichiarato Thomas Gürber, segretario di Stato aggiunto del DFAE e responsabile della divisione ONU, in occasione di un incontro al Consiglio di sicurezza dell'ONU. Malta, che presiede il Consiglio di sicurezza nel febbraio 2023, ha organizzato il dibattito.
L'innalzamento del livello delle acque e le inondazioni più frequenti dovute al cambiamento climatico minacciano le infrastrutture nelle zone costiere. Inoltre, la produzione agricola, la sicurezza alimentare e l'habitat sono minacciati dall'erosione e dalla salinizzazione del suolo. Di conseguenza, alcune regioni diventano inabitabili, costringendo milioni di persone a lasciare la loro regione o il loro Paese. Questo problema coinvolge l'intero sistema delle Nazioni Unite e quindi anche il Consiglio di sicurezza. «Il Consiglio di sicurezza ha un ruolo chiave da svolgere. Deve affrontare una delle più grandi minacce per l'umanità», ha sottolineato Thomas Gürber.

I movimenti migratori causati dall'innalzamento del livello del mare hanno il potenziale di esacerbare i conflitti tra gruppi di popolazione. La Svizzera sta lavorando all'interno del Consiglio di sicurezza dell'ONU per contrastare gli effetti negativi del cambiamento climatico sulla pace e sulla sicurezza globale. Il segretario di Stato aggiunto ha invitato il Consiglio a integrare maggiormente gli effetti del cambiamento climatico nelle sue attività e nei mandati delle missioni di pace.
«Gli impatti del cambiamento climatico e dell'innalzamento del livello del mare sono già percepiti in modo diverso in vari contesti. Questi impatti riguardano tutti noi», ha sottolineato Gürber a New York. La Svizzera è attiva da anni in questo settore attraverso la sua politica estera. Ad esempio, ha lanciato l'Iniziativa Nansen insieme alla Norvegia nel 2012 e la «Piattaforma sugli sfollati nel contesto delle catastrofi naturali» con sede a Ginevra nel 2015. L'obiettivo è quello di migliorare la protezione delle persone che devono fuggire dal loro paese a causa di disastri naturali e delle conseguenze negative del cambiamento climatico.
13.02.2023 – La Svizzera si impegna nel Consiglio di Sicurezza dell'ONU per un rapido accesso umanitario ai civili siriani dopo il terremoto
Nel suo ruolo di co-leader del dossier umanitario sulla Siria del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, la Svizzera, insieme al Brasile, ha richiesto un incontro sulla scia del catastrofico terremoto in Turchia. Questo ha colpito anche il nord della Siria, dove la situazione umanitaria era già estremamente preoccupante prima del terremoto. Durante la riunione, il Coordinatore degli aiuti di emergenza delle Nazioni Unite Martin Griffiths ha informato il Consiglio di sicurezza sulla situazione nella zona del terremoto e sulle esigenze umanitarie sul territorio.
A seguito dell'incontro, la Svizzera, insieme al Brasile, ha invitato tutti gli attori davanti ai media a fornire un accesso umanitario rapido, senza ostacoli e sostenibile alla popolazione civile colpita in Siria. Finora, le Nazioni Unite - sulla base di una risoluzione del Consiglio di sicurezza dell'ONU - sono state in grado di fornire aiuti transfrontalieri alla Siria solo attraverso il valico di «Bab el Hawa». La Svizzera e il Brasile sono stati incoraggiati dalla decisione della Siria di aprire altri due valichi di frontiera, annunciata ieri. Hanno anche colto l'occasione per sottolineare che restano pronti a facilitare qualsiasi decisione necessaria in seno al Consiglio di sicurezza.
La Svizzera è in stretto contatto con gli attori umanitari sul posto e con l'agenzia ONU di coordinamento OCHA e altre agenzie ONU. Nelle sue azioni come co-leader, è guidata dalle valutazioni di questi attori umanitari. L'attenzione è rivolta alle esigenze umanitarie della popolazione civile colpita.
13.02.2023 – Protezione, reintegrazione ed educazione per i bambini nei conflitti armati
Il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ha affrontato la questione dei bambini nei conflitti armati il 13 febbraio 2023. I conflitti violenti hanno un impatto catastrofico sui bambini e sui giovani di tutto il mondo. Milioni di bambini e giovani ne sono colpiti e sono privati delle loro prospettive future.
La questione dei bambini nei conflitti armati è strettamente legata alle priorità svizzere per il Consiglio di sicurezza di «proteggere i civili» e «promuovere una pace sostenibile». Nel Consiglio e nella sua politica estera, la Svizzera persegue tre dimensioni d'azione per mitigare le conseguenze dei conflitti sui bambini. «Il Consiglio ha sviluppato molti strumenti per prevenire le violazioni gravi. Affinché mantengano il loro effetto deterrente, è necessario preservare la loro indipendenza, imparzialità e credibilità», ha detto l'Ambasciatrice svizzera alle Nazioni Unite Pascale Baeriswyl al Consiglio di sicurezza a New York.

Primo: la Svizzera si impegna a garantire una migliore protezione dei bambini nei conflitti. Un modo per farlo è sostenere un sistema delle Nazioni Unite che documenta le gravi violazioni nei conflitti armati. Il Gruppo di lavoro del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite sui bambini e i conflitti armati li esamina e formula raccomandazioni sulle possibili misure per proteggere meglio i bambini. Secondo, affinché la pace sostenibile abbia una possibilità, i bambini devono essere reintegrati nella società dopo il loro coinvolgimento in un conflitto armato. La Svizzera promuove la transizione alla vita civile, dove, oltre a un luogo sicuro in cui vivere, il supporto psicosociale e le opportunità educative e professionali sono fondamentali per i bambini interessati. Terzo: la Svizzera si impegna a garantire che i bambini e i giovani abbiano accesso all'istruzione nonostante i conflitti. L'istruzione permette ai bambini di raggiungere il loro pieno potenziale, di sviluppare le loro capacità e ritrovare un senso di normalità e sicurezza.
«Impegnandoci affinché i bambini abbiano accesso all’istruzione e possano essere reintegrati nella società dopo un conflitto, diamo un importante contributo anche a una pace duratura e alla prosperità», afferma l'Ambasciatore Simon Geissbühler, Capo della Divisione Pace e Diritti Umani del DFAE.
09.02.2023 – La lotta al terrorismo richiede un approccio olistico
Il 9 febbraio, il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ha affrontato il tema delle ripercussioni del terrorismo sulla pace e la sicurezza internazionale. In seno al Consiglio, la Svizzera ha condannato con forza tutte le forme di attività terroristiche. Questo perché il terrorismo – in particolare lo Stato Islamico e i gruppi simpatizzanti in Africa e Asia Centrale – rappresenta una minaccia sia per le singole persone che per la stabilità, la pace e la prosperità internazionali. Il terrorismo non conosce confini o nazionalità ed è una sfida che la comunità internazionale deve affrontare insieme. Tuttavia, la sua lotta deve essere condotta nel rispetto dello Stato di diritto e dei diritti umani e del diritto umanitario internazionale.
Anche la Svizzera non è stata risparmiata dagli atti di terrorismo. Ciò dimostra che la minaccia terroristica è diventata più diffusa negli ultimi decenni, soprattutto in Europa. Di solito proviene da singole persone radicalizzate.

Ogni minaccia terroristica ha le proprie radici profonde e le proprie dinamiche di radicalizzazione e violenza. Per affrontare questa minaccia al suo nucleo, e per essere preventive, le soluzioni devono essere adattate al contesto specifico dello Stato interessato, tenendo conto delle diverse esigenze della società per prevenire la radicalizzazione e l'estremismo violento che possono portare al terrorismo. Le donne e i giovani possono svolgere un ruolo importante in questo senso. «La lotta al terrorismo può essere efficace solo se consideriamo il quadro complessivo, tenendo conto di tutti i fattori che portano alla radicalizzazione e alla violenza. Possiamo quindi riuscire solo se ci atteniamo allo Stato di diritto», ha sottolineato Riccarda Chanda, Vice-Capo della Missione Permanente della Svizzera presso le Nazioni Unite a New York, al Consiglio di sicurezza.
01.02.2023 – Pace e sicurezza per milioni di persone nell’Africa occidentale e nel Sahel
Il Consiglio di sicurezza dell’ONU ha prolungato di tre anni il mandato dell’Ufficio delle Nazioni Unite per l’Africa occidentale e il Sahel (UNOWAS), che riguarda 16 Paesi della regione. Milioni di persone nell’Africa occidentale e nella zona del Sahel devono affrontare molteplici sfide complesse che minacciano la sicurezza della regione. In questo scenario, l’impegno dell’UNOWAS è pertanto fondamentale.
La Svizzera, corresponsabile di questo dossier (cosiddetto co-penholder) insieme al Ghana, contribuisce con il suo know-how ai dibattiti in seno al Consiglio di sicurezza. Da tempo si impegna per la pace e lo sviluppo nella zona del Sahel perseguendo gli stessi obiettivi dell’UNOWAS, tra cui figurano la protezione della popolazione civile, la promozione di una pace sostenibile e l’attenuazione delle conseguenze negative dei cambiamenti climatici sulla sicurezza della regione.
La prevenzione dei conflitti e la promozione della stabilità nei Paesi colpiti richiedono un approccio globale. La Svizzera difende questa posizione sia come membro del Consiglio di sicurezza sia come attore sul campo. I pilastri fondamentali sono la sicurezza climatica e la prevenzione dell’estremismo violento.
La siccità e le inondazioni, intensificate dai cambiamenti climatici, minacciano le basi vitali di molte persone, che si vedono talvolta costrette a emigrare. Questa situazione può aumentare ulteriormente il potenziale di conflitti. La Svizzera si impegna anche in seno al Consiglio di sicurezza affinché la gestione di queste criticità sia integrata negli approcci volti a risolvere i problemi della regione. In loco, la Svizzera rafforza la resilienza delle popolazioni e si adopera per preservare le loro risorse naturali. Inoltre, lavora per aumentare la partecipazione delle donne ai processi decisionali politici.
La prevenzione dell’estremismo violento è importante per garantire a lungo termine la sicurezza delle popolazioni nell’Africa occidentale e nel Sahel. Nel 2016, insieme ad alcuni partner regionali e all’UNOWAS, la Svizzera ha lanciato l’iniziativa «Conversazioni regionali per la prevenzione dell’estremismo violento nel Sahel sahariano». A questi incontri partecipa regolarmente oltre un migliaio di persone. In primo piano vi sono i metodi di prevenzione, la messa in rete degli attori regionali e lo sviluppo di alternative positive all’estremismo violento nell’Africa occidentale e nella zona del Sahel. Il prossimo ciclo di colloqui si terrà alla fine di febbraio 2023 a Dakar. Maggiori informazioni nell’intervista a Carol Mottet della Divisione Pace e diritti umani.
30.01.2023 – La Svizzera sostiene un’equa soluzione alla questione cipriota nel Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite
Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite oggi ha esteso all'unanimità il mandato delle forze di pace delle Nazioni Unite a Cipro (UNFICYP).
Nel 1960, la Repubblica di Cipro divenne indipendente. In seguito allo scoppio della violenza tra le comunità turco-cipriote e greco-cipriote sull'isola, il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite inviò l'UNFICYP nel 1964. L'UNFICYP contribuisce quindi alla stabilizzazione sul terreno da decenni. Seguì una battuta d'arresto nel 1974, quando la Turchia occupò la parte settentrionale dell'isola. Sebbene sia stato concluso un cessate il fuoco, il Paese rimane diviso ancora oggi, senza un accordo formale. L'UNFICYP mantiene una zona cuscinetto tra le truppe di entrambi i campi. Questo dovrebbe creare le condizioni per una soluzione politica. Le Nazioni Unite hanno anche mantenuto il dialogo politico – ad esempio sul Bürgenstock (2004), sul Mont Pèlerin (2016) e a Crans-Montana (2017). Tuttavia, finora non si è verificata una svolta decisiva.

In qualità di ospite per i negoziati, la Svizzera segue da vicino il conflitto a Cipro già da qualche tempo. Fornisce anche un sostegno finanziario alle istituzioni sul posto, come il Comitato per le persone scomparse. In qualità di membro del Consiglio di Sicurezza, la Svizzera ha partecipato ai negoziati per l'estensione del mandato dell'UNFICYP. In seno al Consiglio di Sicurezza dell'ONU, la Svizzera sostiene una soluzione duratura e completa al conflitto, che sia equa per entrambe le parti. Secondo le risoluzioni del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, questa soluzione dovrebbe basarsi sul principio di una federazione basata su due zone per entrambe le comunità. In particolare, la Svizzera sostiene la nomina di un inviato o un’inviata delle Nazioni Unite che accompagni da vicino il processo verso una soluzione giusta e duratura del conflitto. Inoltre, la Svizzera continua a offrirsi di ospitare i colloqui di riunificazione.
25.01.2023 – La Corte penale internazionale dà voce alle vittime e ai sopravvissuti in Sudan
Nella riunione del 25 gennaio 2023, il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha affrontato il conflitto nella regione sudanese del Darfur, che rimane tuttora irrisolto. Nel 2003, diversi gruppi etnici del Sudan occidentale si sono ribellati al governo del dittatore Omar al-Bashir, che è stato rovesciato nel 2019. Secondo dati delle Nazioni Unite, circa 300’000 civili sono stati uccisi e 2,5 milioni di persone sono state sfollate nel tentativo di reprimere queste proteste. Poco dopo, il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha valutato la situazione in Sudan come una minaccia alla pace e alla sicurezza internazionale. Il conflitto nella regione continua ancora oggi.
Nel 2005, il Consiglio di Sicurezza ha incaricato la Corte penale internazionale (CPI) all'Aia di indagare sul genocidio, sui crimini di guerra e sui crimini contro l'umanità nel Darfur, al fine di consegnare i responsabili - compreso al-Bashir - alla giustizia. «Questo processo dà voce alle vittime e ai sopravvissuti. Sottolinea ancora una volta il ruolo preventivo e riconciliatore della Corte penale internazionale: la Corte è un vettore di pace e sicurezza e quindi condivide il nucleo del mandato di questo Consiglio», ha dichiarato l’Ambasciatrice svizzera alle Nazioni Unite Pascale Baeriswyl al Consiglio di Sicurezza.

La Svizzera, insieme al Giappone, è il punto focale per le questioni riguardanti la CPI nel Consiglio di Sicurezza. La Corte penale internazionale è un'istituzione centrale per affrontare i conflitti violenti, al fine di promuovere le basi per la riconciliazione e quindi la pace sostenibile. Per questo motivo la Svizzera ha contribuito in maniera determinante alla creazione della CPI nel 2001. «Affinché la CPI possa esercitare il suo mandato in modo efficace, indipendente e imparziale, dipende dal sostegno di tutti noi. In questo senso, chiediamo a tutti gli Stati membri delle Nazioni Unite di adempiere ai loro obblighi di cooperazione», ha sottolineato Baeriswyl. La Svizzera si impegna per un'interazione efficiente tra la Corte penale internazionale e le organi dell'ONU, come il Consiglio di Sicurezza, al fine di rendere giustizia alle vittime di atti violenti nei conflitti attraverso la giustizia penale e di combattere l'impunità dei colpevoli.
13.01.2023 – I civili in Ucraina pagano un prezzo troppo alto
Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha affrontato la situazione in Ucraina il 13 gennaio. La Svizzera ha utilizzato la sua prima riunione sull'Ucraina come membro del Consiglio per condannare ancora una volta con forza l'aggressione militare della Russia contro l'Ucraina. Ha chiesto alla Russia di cessare tutte le ostilità e di ritirare immediatamente le sue truppe.
L'Ambasciatrice svizzera alle Nazioni Unite Pascale Baeriswyl ha sottolineato le conseguenze di vasta portata dei ripetuti attacchi russi alle infrastrutture energetiche dell'Ucraina, compresa l'interruzione di strutture vitali come ospedali e sistemi di approvvigionamento idrico. La protezione dei civili è una delle priorità della Svizzera nel Consiglio di Sicurezza dell'ONU. «Oggi, ribadisco l'appello della Svizzera a cessare tutti gli attacchi contro i civili e delle persone fuori dal combattimento, i beni civili e le infrastrutture critiche», ha sottolineato Baeriswyl.

È necessario impegnarsi per trovare soluzioni pacifiche, giuste e durature. Oltre al suo impegno a livello diplomatico e multilaterale, la Svizzera sta lavorando anche a livello bilaterale per alleviare la crisi umanitaria nel Paese devastato dalla guerra. La Svizzera ha dichiarato nel Consiglio di continuare il suo impegno diretto in Ucraina. Questo avviene, tra l'altro, attraverso i contributi alle organizzazioni partner e la consegna di beni umanitari come generatori mobili o attrezzature per il riscaldamento, oppure attraverso il sostegno al processo di ricostruzione in Ucraina, lanciato a Lugano nell'estate del 2022.
«Come membri di questo Consiglio, è nostro dovere fare tutto il possibile per garantire che quest'anno sia segnato da una pace giusta, in conformità con il diritto internazionale, in Ucraina e altrove nel mondo», ha sottolineato Baeriswyl nel suo intervento.
Dichiarazione della Svizzera al Consiglio di Sicurezza dell'ONU, 13.01.2023 (fr)
12.01.2023 – Il consigliere federale Cassis si esprime in favore del rispetto dello Statuto delle Nazioni Unite in seno al Consiglio di sicurezza dell’ONU
Il 12 gennaio il consigliere federale Ignazio Cassis ha partecipato a New York a un dibattito ministeriale del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite sul tema dello Stato di diritto.
Nel suo discorso, il capo del DFAE ha invitato gli Stati membri dell’ONU a osservare il diritto internazionale e i principi dello Statuto delle Nazioni Unite, che vieta la minaccia o l’uso della forza contro l’integrità territoriale o l’indipendenza politica di un altro Stato. «I principi dello Statuto dell’ONU sono oggi messi alla prova: con l’aggressione militare della Russia contro l’Ucraina sono stati palesemente violati», ha sottolineato il consigliere federale.
«L’operato di organismi internazionali come il Consiglio dei diritti umani dell’ONU, la Corte penale internazionale e i vari meccanismi di indagine e investigazione delle Nazioni Unite è di grande importanza. È essenziale che tutti gli Stati, così come il Consiglio di sicurezza, cooperino pienamente con questi organismi», ha inoltre sottolineato Ignazio Cassis. La Svizzera si impegnerà in seno al Consiglio di sicurezza per rafforzare ulteriormente lo Stato di diritto.
Il consigliere federale Cassis ha partecipato al dibattito su invito del Giappone che, come la Svizzera, dall’inizio dell’anno è membro non permanente del Consiglio di sicurezza dell’ONU e ne detiene la presidenza nel mese di gennaio.
Discorso del consigliere federale Cassis al Consiglio di sicurezza dell'ONU, 12.01.2023
09.01.2023 – Il Consiglio di sicurezza dell’ONU conferma l’aiuto umanitario transfrontaliero alla Siria
Il 9 gennaio 2023 il Consiglio di sicurezza dell’ONU ha esteso all'unanimità il mandato per l’aiuto umanitario transfrontaliero in Siria fino al 10 luglio 2023. Insieme al Brasile, la Svizzera si è adoperata per la risoluzione corrispondente in quanto «co-penholder» del dossier umanitario sulla Siria nel Consiglio di sicurezza.
La cosiddetta risoluzione transfrontaliera consente alle agenzie delle Nazioni Unite di prestare aiuto umanitario nel Nord-Ovest della Siria, dove vivono oltre 4 milioni di persone bisognose. Ogni mese circa 800 camion carichi di aiuti umanitari attraversano il valico di frontiera di Bab al-Hawa tra Turchia e Siria. L’aiuto umanitario transfrontaliero comprende cibo, sostegno nei settori degli alloggi d’emergenza, dell’istruzione, della protezione della popolazione civile e della salute nonché la fornitura di attrezzature per garantire la disponibilità di acqua e servizi igienici.

Con il dossier sulla Siria, la Svizzera si è fatta carico di un tema estremamente importante nel Consiglio di sicurezza. Tuttavia, i membri del Consiglio hanno da tempo opinioni divergenti sulla questione degli aiuti umanitari in loco. Nell'ultima votazione di luglio 2022, dopo un veto al primo tentativo, è stato raggiunto un compromesso per una proroga di sei mesi. Ora il Consiglio ha prorogato all'unanimità il mandato di altri sei mesi. Grazie alla risoluzione transfrontaliera del Consiglio di sicurezza dell’ONU, dal 2014 è possibile garantire l’aiuto umanitario transfrontaliero in Siria. Da quando la risoluzione è stata adottata, il Consiglio di sicurezza l’ha sempre prorogata.
Intervista sull’impegno della Svizzera in Siria
Dichiarazione della Svizzera al Consiglio di Sicurezza dell'ONU
03.01.2023 – La Svizzera siede nel Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite
Oggi, la Svizzera ha iniziato il suo lavoro nel Consiglio di sicurezza dell'ONU. I lavori sono già in pieno svolgimento sia a Berna che presso la missione a New York. Attualmente, l'attenzione del personale si concentra sui preparativi per le prossime riunioni del Consiglio di sicurezza sulla situazione in Siria e in Africa Occidentale, nonché sulle relazioni destinate al Consiglio Federale e al Parlamento.
Il seggio nel Consiglio di sicurezza dell'ONU è un'opportunità per dare un contributo prezioso, soprattutto alla luce dell'attuale situazione globale, caratterizzata da numerose crisi. Il Consiglio di sicurezza svolge un ruolo importante per la pace nel mondo. Oltre ai cinque membri permanenti (Cina, Francia, Russia, Stati Uniti e Regno Unito), i seguenti dieci Stati saranno membri non permanenti nel 2023: Albania, Brasile, Ecuador, Gabon, Ghana, Giappone, Malta, Mozambico, Svizzera ed Emirati Arabi Uniti.
Discorso Pascale Baeriswyl, 03.01.2023
La Svizzera siede nel Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, Comunicato Stampa 03.01.2023