La Svizzera sostiene gli sforzi per la normalizzazione delle relazioni tra Serbia e Kosovo

Nel nord del Kosovo, le tensioni tra Kosovo e Serbia si sono intensificate negli ultimi giorni. Le immagini dei convogli dell'esercito serbo alimentano il timore di un'ulteriore escalation di violenza. Su mandato del Consiglio di sicurezza dell’ONU, la Kosovo Force (KFOR) è presente nella regione dal 1999 per garantire un contesto pacifico e sicuro. Nell'ambito del promovimento militare della pace, la Svizzera è anche impegnata nella missione KFOR con la SWISSCOY. La Svizzera sostiene gli sforzi per la normalizzazione delle relazioni tra Serbia e Kosovo anche con altri strumenti.

30.05.2023
Una cartina mostra i confini tra Kosovo e Serbia.

La Svizzera si adopera in molti modi per rafforzare i legami della Serbia e del Kosovo con l’Europa. © DFAE

29.05.2023 – La Svizzera condanna gli attacchi a Zvecan

Il DFAE condanna fermamente le azioni violente dei manifestanti a Zvecan rivolte anche contro la Kosovo Force, presente nella regione per mantenere per garantire un contesto pacifico e sicuro.

27.12.2022 – Il DFAE preoccupato per le crescenti tensioni tra Serbia e Kosovo

La situazione in Kosovo è sempre più tesa. L’esercito serbo è stato messo in stato di massima allerta e, nella regione, molte strade sono ancora bloccate da barricate. Il DFAE ha invitato entrambe le parti, via Twitter, ad adottare misure per stemperare il clima di ostilità.

20.12.2022 – La Svizzera sostiene gli sforzi per normalizzare le relazioni tra Serbia e Kosovo

L’impegno con SWISSCOY è un esempio degli sforzi della Svizzera per la sicurezza e la stabilità nella regione. La normalizzazione delle relazioni tra la Serbia e il Kosovo è un tassello fondamentale per promuovere la stabilità e lo sviluppo dei Balcani occidentali. È un fattore importante per gli interessi della Svizzera, poiché nel nostro Paese vivono circa 400’000 persone provenienti da questa regione.

Nell’ambito degli sforzi per la normalizzazione, la Svizzera ha ribadito nei suoi contatti ufficiali che la responsabilità principale di trovare una soluzione ricade sui due Paesi. Entrambi desiderano aderire all’UE, che da oltre dieci anni guida i negoziati. Nel 2013 e nel 2015 sono stati conclusi diversi accordi. Da allora, i vertici governativi e i team tecnici di Serbia e Kosovo incaricati delle trattative si sono incontrati più volte nell’ambito di cicli di negoziazione, da un lato per evitare un’escalation, dall’altro per concretizzare gli accordi in modo che possano essere finalmente attuati. 

L’impegno della Svizzera

Dal 2015 il DFAE sostiene questi sforzi con i propri strumenti complementari. La Divisione Pace e diritti umani ha organizzato incontri regolari a cui hanno partecipato rappresentanti dei partiti più influenti di entrambi i Paesi. Era importante che i rappresentanti dei due Paesi avessero regolari occasioni di scambio su questioni politiche al riparo dell’opinione pubblica per poter costruire le relazioni e la fiducia. Questo ha permesso di avere contatti diretti discreti, per esempio per evitare lo scoppio della violenza, e di sperimentare idee che sono poi confluite nei negoziati ufficiali. Un simile incontro si è svolto in Svizzera anche una settimana dopo il ritiro dei Serbi dalle istituzioni kosovare.

Domande e risposte

La Svizzera offrirà ulteriori servizi di mediazione alla Serbia e al Kosovo oltre al suo attuale impegno?

Da molti anni, il DFAE fornisce un contributo discreto ma sostanziale, in linea con le priorità di politica estera e nel quadro della sua politica di pace e dei suoi buoni uffici. Continueremo a farlo anche in futuro, sia perché è nel nostro interesse sia perché abbiamo un valore aggiunto in quanto attore credibile e indipendente nei Balcani occidentali. Come è noto, anche la DSC e il DDPS sono fortemente coinvolti nel contributo alla KFOR. I negoziati tra la Serbia e il Kosovo sono guidati dall’UE e la Svizzera offre il proprio sostegno in tale ambito. Inoltre, la Divisione Pace e diritti umani (DPDU) continuerà a facilitare i colloqui confidenziali tra vari gruppi della Serbia e del Kosovo. L’obiettivo è creare fiducia e promuovere analisi, idee e proposte concrete che possano fornire un utile contributo ai negoziati dell’UE. La DPDU mette a disposizione della delegazione negoziale kosovara un esperto in negoziati. Qualora le parti chiedessero alla Svizzera di intensificare ulteriormente il suo impegno, prenderemmo naturalmente in considerazione tale richiesta. 

La Svizzera si impegna a favore di una maggiore integrazione di entrambi i Paesi in Europa. Quali sono le sfide da affrontare?

Le sfide sono molte e interessano l’intera regione. È vero che gli Stati dei Balcani occidentali hanno compiuto grandi progressi in termini di sicurezza e stabilità, ma molti giovani continuano a lasciare la regione per mancanza di prospettive future. I Balcani occidentali devono continuare a lavorare al fine di creare le condizioni quadro necessarie per uno sviluppo economico sostenibile, tra cui figurano la normalizzazione delle relazioni tra i vari Paesi e la coesistenza pacifica di diversi gruppi etnici e minoranze. Anche altri fattori, come il buongoverno, lo sviluppo delle infrastrutture e la formazione professionale, sono altrettanto importanti. A questo proposito la Svizzera porta avanti un impegno di ampio respiro e a lungo termine con molteplici programmi di cooperazione, a beneficio dell’intera regione. La Serbia non riconosce il Kosovo, che non è riconosciuto neanche da cinque Stati membri dell’UE, ossia Spagna, Grecia, Cipro, Slovacchia e Romania. Serbia e Kosovo hanno presentato domanda di adesione all’UE. La normalizzazione delle relazioni è un prerequisito obbligatorio per l’adesione di entrambi i Paesi. Gli accordi quadro conclusi nel 2013 e nel 2015 sono stati finora attuati solo parzialmente. Le narrazioni dominanti in Serbia e in Kosovo si escludono a vicenda. La sfida principale consiste nel fare in modo che l’UE, con il sostegno di Germania, Francia e Stati Uniti, possa definire un quadro negoziale solido che accompagni le parti a fare le concessioni necessarie per un accordo generale definitivo.  

Tramite contatti diretti con la Serbia e il Kosovo, la Svizzera sta lavorando per ridurre le tensioni. È attiva anche a livello multilaterale?

A seconda degli sviluppi della situazione, la Svizzera affronta i problemi attuali nel quadro dell’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (OSCE), che rimane un pilastro importante dell’architettura di sicurezza europea, e si impegna caso per caso a favore dell’adesione del Kosovo a organizzazioni internazionali come il Consiglio d’Europa.

Che relazioni intrattiene la Svizzera con Serbia e Kosovo?

La Svizzera mantiene strette relazioni con entrambi gli Stati e si adopera in molti modi per rafforzare i loro legami con l’Europa. Così facendo promuove, nei Balcani occidentali, la stabilità e lo sviluppo economico, due pilastri della politica estera svizzera secondo la Strategia di politica estera 2020–2023 del Consiglio federale. La Svizzera sostiene attivamente un riavvicinamento tra i due Paesi e si impegna a favore del processo di normalizzazione delle loro relazioni.

La segretaria di Stato del DFAE Livia Leu ha avuto diversi colloqui su questo tema con Miroslav Lajčák, rappresentante speciale dell'UE per i Balcani occidentali e il dialogo tra Belgrado e Pristina. La segretaria di Stato Leu ha incontrato anche il primo ministro del Kosovo Albin Kurti e il segretario di Stato serbo Nemanja Starović a Pristina e a Belgrado il 27 e 28 giugno. I colloqui si sono incentrati sulle relazioni bilaterali della Svizzera con questi due Paesi e sull'ampio impegno della Svizzera nei Balcani occidentali.

Nel 2022 la Svizzera ha avviato programmi di cooperazione con il Kosovo e la Serbia per gli anni dal 2022 al 2025.

Comunicato stampa, Colloqui bilaterali in Serbia e Kosovo per la segretaria di Stato del DFAE Livia Leu, 28.06.2022

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