Dimensione politico-militare

Nella dimensione politico-militare della sicurezza, l'OSCE si adopera per una maggiore apertura, trasparenza e cooperazione sia in ambito militare che non militare e ha sviluppato il regime più avanzato al mondo per il controllo degli armamenti convenzionali e le misure di rafforzamento della fiducia.

Gli investigatori internazionali setacciano l'area in cui è precipitato un aereo passeggeri nell'Ucraina orientale nel 2014.
Sotto l'occhio vigile di un separatista, gli investigatori internazionali si sono messi al lavoro nell'Ucraina orientale, dove un aereo della Malaysia Airline è precipitato nell'estate del 2014. © OSCE

La dimensione politico-militare comprende le seguenti aree:

  • Controllo degli armamenti convenzionali
  • Misure di rafforzamento della fiducia e della sicurezza (CSBM)
  • Prevenzione e risoluzione dei conflitti e gestione delle crisi
  • Stoccaggio sicuro, distruzione e non proliferazione di armi leggere e di piccolo calibro e di munizioni convenzionali
  • Riforme della difesa e della polizia
  • Gestione delle frontiere
  • Lotta alle minacce transnazionali come il terrorismo e la criminalità organizzata
  • Lotta alla criminalità informatica

Il Foro di cooperazione per la sicurezza dell'OSCE (FSC)

Il Foro di cooperazione per la sicurezza dell'OSCE (FSC) è il centro di negoziazione e discussione sulla dimensione politico-militare dell’Organizzazione. Il lavoro del Foro serve a rafforzare la sicurezza e la stabilità militare in Europa e copre alcuni dei più importanti accordi politico-militari degli Stati partecipanti all'OSCE.

L'FSC dovrebbe servire a discutere e sostenere, e se del caso a migliorare e facilitare, l'attuazione di misure di base per il rafforzamento della fiducia e della sicurezza, la regolamentazione dello scambio di informazioni militari e la verifica reciproca tra gli Stati, nonché il rispetto del Codice di condotta sugli aspetti politico-militari della sicurezza. La presidenza del Foro dura 4 mesi e viene esercitata a rotazione secondo l'ordine dell'alfabeto francese. La Svizzera ha presieduto il Foro per l'ultima volta all'inizio del 2019.

Nell'ambito dei cosiddetti dialoghi sulla sicurezza, i 57 Stati partecipanti all'FSC dell'OSCE discutono questioni rilevanti per il rafforzamento della sicurezza militare e della stabilità in Europa. Nei suoi gruppi di lavoro, il Foro sviluppa standard e fornisce assistenza pratica sullo stoccaggio sicuro, la distruzione e la non proliferazione di armi leggere e di piccolo calibro e munizioni convenzionali (SALW/SCA). Vengono affrontati anche altri temi come gli accordi di sicurezza regionali e subregionali all'interno e all'esterno della regione OSCE, il controllo democratico delle forze armate, la governance e la riforma del settore della sicurezza, la Risoluzione 1325 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite e l'agenda «Donne, Pace e Sicurezza», nonché i servizi militari e di sicurezza privati.

Il “Codice di condotta sugli aspetti politico-militari della sicurezza” è un documento unico nella definizione del settore della sicurezza, in quanto impegna gli Stati partecipanti a garantire il controllo democratico delle loro forze armate, interne, paramilitari, di intelligence e di polizia. Il Codice di condotta contiene anche importanti principi per le relazioni tra gli Stati. Gli Stati sono tenuti a garantire che le loro forze armate rimangano politicamente neutrali e che siano rispettati i diritti umani delle forze di sicurezza e da parte delle forze di sicurezza. Gli Stati riferiscono annualmente sulle loro pratiche nazionali, contribuendo così a creare fiducia e sicurezza nella regione dell'OSCE. La Svizzera è attivamente impegnata a garantire il rispetto degli impegni relativi al Codice di condotta.

L'impegno della Svizzera

L'obiettivo è stabilire trasparenza e prevedibilità e costruire fiducia e stabilità. Nella dimensione politico-militare, l'impegno svizzero si basa su due documenti dell'OSCE: il Documento di Vienna, che contiene misure volte a rafforzare la fiducia e la sicurezza, e il Codice di condotta OSCE sugli aspetti politico-militari della sicurezza.

Per essere meglio equipaggiata in caso di crisi e conflitti, la Svizzera si è preoccupata di creare un'unità di supporto alla mediazione durante l'anno di presidenza OSCE 2014. A tal fine ha istituito un «Team di supporto alla mediazione», ha formato il personale, ha istruito i rappresentanti speciali della presidenza come mediatori e ha pubblicato un manuale. In questo modo, la presidenza svizzera ha rafforzato le capacità non solo del Segretariato dell'Organizzazione a Vienna, ma anche delle missioni sul campo.

Altri mandati

Al fine di rafforzare la capacità dell'OSCE nella gestione di crisi e conflitti, dal 2014 la Svizzera, nel suo anno di presidenza dell’Organizzaizone, si è impegnata a potenziare l'Unità di sostegno alla mediazione all'interno del Centro per la prevenzione dei conflitti. Questa unità dispone di un team di supporto alla mediazione il cui compito è formare il personale in questo ambito, formare i rappresentanti speciali delle rispettive presidenze alla pratica della mediazione e sostenere le missioni sul campo. Questo impegno non solo rafforza le capacità del Segretariato OSCE a Vienna, ma anche le attività delle missioni. La Svizzera è inoltre copresidente del Gruppo OSCE degli amici della mediazione, insieme a Finlandia e Turchia, e in questo contesto si adopera per radicare maggiormente il tema della mediazione di pace all'interno dell'OSCE e per renderlo operativo.

Centro per la prevenzione die conflitti (en)

Ultima modifica 22.08.2023

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